I controlli sui conti correnti bancari di chi presenta l’ISEE

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-16

Da gennaio verifiche automatiche a chi richiede l’Isee per l’accesso a sgravi e sussidi. Il confronto viene effettuato con i dati contenuti nell’Anagrafe dei rapporti finanziari gestito dall’Agenzia delle Entrate

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Da gennaio sono partite le verifiche automatiche sui conti correnti di chi richiede l’ISEE per l’accesso a sgravi e sussidi. Spiega oggi il Messaggero che i cittadini che richiedono un indicatore di situazione economica equivalente per accedere ad una prestazione sociale e a questo scopo autodichiarano il proprio patrimonio faranno scattare la verifica su saldo e giacenze dei propri conti bancari.

I controlli sui conti bancari di chi presenta l’ISEE

Il quotidiano romano racconta che il confronto viene effettuato con i dati contenuti nell’Anagrafe dei rapporti finanziari gestito dall’Agenzia delle Entrate, in una forma più ampia rispetto a quello del 2019 che si limitava ad evidenziare se i conti correnti dichiarati dai residenti corrispondessero a quelli che si trovavano nell’archivio. La novità fa il paio con i maggiori documenti richiesti per i maggiorenni in famiglia:

Da gennaio invece vengono verificate anche le cifre. L’Isee è necessario per richiedere una serie di prestazioni sociali come ad esempio il reddito di cittadinanza, l’accesso gratuito alle mense scolastiche o il bonus bebè, o ancora per pagare rette universitarie ridotte: riguarda quindi milioni di famiglie. Per le dichiarazioni 2020 occorrerà fornire i dati 2018

In caso di difformità tra i dati dell’amministrazione finanziaria e quelli forniti dal cittadino quest’ultimo potrà richiedere ugualmente la prestazione ma fornendo all’amministrazione una nuova documentazione bancaria per comprovare la propria posizione. La novità è contenuta in un messaggio interno dell’Inps relativo alla compilazione della Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) ai fini dell’Isee; la dichiarazione ora potrà avvenire anche in modalità precompilata.

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ISEE, la DSU e i figli maggiorenni (Italia Oggi, 15 gennaio 2020)

oggi la Dichiarazione Sostitutiva Unica è infatti corredata di dati precompilati in base al decreto ministeriale che l’ha avviata da agosto: l’INPS ha spiegato che «a decorrere dal 1° gennaio 2020, il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti». Attualmente invece, si legge sempre nel messaggio dell’istituto, «il controllo attiene solo alla numerosità dei rapporti finanziari».

Se dalla verifica su saldi e giacenze emergerà un valore del patrimonio complessivo del nucleo familiare non coerente con quello dichiarato, questa anomalia verrà riportata tra le annotazioni dell’Isee. Siccome la legge prevede una franchigia per il patrimonio (variabile dai 6 mila euro in su in base alla composizione del nucleo) l’annotazione potrà segnalare a seconda dei casi o il superamento della franchigia stessa oppure il fatto che l’importo effettivo risulta superiore a quello dichiarato per un importo pari o superiore a 5 mila euro.

A questo punto il richiedente ha sostanzialmente tre possibilità: inoltrare lo stesso l’Isee fornendo però eventualmente la documentazione che dimostra la propria correttezza; oppure presentare una nuova Dsu rettificata; o ancora chiederne al Caf la rettifica, nel caso quest’ultimo abbia commesso un errore materiale.

Leggi anche: L’ISEE precompilato e i problemi dei maggiorenni in famiglia

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