Così il condono a Ischia sana le ville dei vip

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-27

Un buco della legge apre la via ai furbi. Di Maio: “Fake”. Ma cresce il dissenso nei 5S

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Mentre il MoVimento 5 Stelle continua a negare che il condono di Ischia sia un condono (e a breve la tattica cambierà: negheranno che Ischia sia Ischia), Conchita Sannino su Repubblica fa notare che la norma, così com’è scritta, servirà anche alle ville dei vip:

La norma che consentirà di ricostruire con gli abusi grazie ai contributi dello Stato (se l’istanza supera il vaglio dei Comuni, beninteso) rischia anzi, stando all’analisi dell’articolo 25 così come è stato – superficialmente – scritto, di allargarsi ulteriormente senza controllo. Come? Ad esempio a tutto il territorio di Forío, inserito nominalmente nella sanatoria insieme a Lacco Ameno e Casamicciola, dove le istanze di sanatoria presentate ed inevase ammontano a ben 8mila.

Un elemento sfuggito ai più: visto che, se è vero che nel testo si fa riferimento solo agli edifici distrutti o danneggiati (e a Forío erano solo qualche dozzina), nessuno ha pensato di cristallizzare tale circostanza per legge alla certificazione delle schede Aedes della Protezione civile. Sicché nulla vieta che a Forío, piccola perla ad altissima densità di abusi eccellenti (riguardano anche magistrati, avvocati, imprenditori, artisti), ci si scopra tutti danneggiati ex post, con legittime perizie giurate.

sergio costa ministro ambiente m5s di maio - 6

Intanto il ministro Sergio Costa, critico a oltranza sulla sanatoria per gli abusi nei comuni isolani colpiti dal sisma 2017, ha dovuto fare un robusto dietrofront ieri mattina alle 8 con un post su Fb in cui sembra però cadere in alcune contraddizioni:

Il titolare dell’Ambiente sottolinea comprensibilmente che «i cittadini di Ischia terremotati potranno accedere non a un condono, ma a un doveroso esame delle richieste di condono entro sei mesi» e rigorosamente superando – puntualizza – i filtri vincolanti del “Piano Paesaggistico territoriale” e delle Soprintendenze. Ma tali affermazioni rischiano di essere smentite da norme e fatti: il Piano Paesaggistico valuta la compatibilità delle costruzioni da realizzare e non di quelle già compiute. E i pareri delle Soprintendenze, come il popolo degli abusivi sa bene, se non arrivano entro il termine “perentorio” dei 45 giorni, si trasformano in una silente autorizzazione.

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