Un complotto di ACEA dietro l’addio di Bagnacani ad AMA?

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-04-19

Sergio Rizzo su Repubblica oggi racconta un aneddoto non inedito ma particolarmente interessante su AMA e ACEA. Il punto è che però su tutto ciò Rizzo costruisce una teoria del complotto che vorrebbe l’azienda di via Calderon de La Barca come vittima sacrificale di un accordo tra Comune e ACEA. La narrazione parte dagli ultimi giorni …

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Sergio Rizzo su Repubblica oggi racconta un aneddoto non inedito ma particolarmente interessante su AMA e ACEA. Il punto è che però su tutto ciò Rizzo costruisce una teoria del complotto che vorrebbe l’azienda di via Calderon de La Barca come vittima sacrificale di un accordo tra Comune e ACEA. La narrazione parte dagli ultimi giorni di Pinuccia Montanari (l’assessora che diceva di non vedere topi a Roma…) e approda fino alle chiacchiere informali tra Bagnacani e Vivarelli di ACEA su un impianto per il trattamento della plastica da costruire a Roma:

Al Comune volano gli stracci. L’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, amica di Beppe Grillo che aveva portato a Roma Bagnacani, si dimette in polemica con Virginia Raggi. Che revoca il cda dopo che il direttore generale del Comune Giampaoletti ha mandato una lettera di pesanti contestazioni, fra cui i soldi spesi per i pareri degli esperti sul bilancio.

Al posto del cda arriva un amministratore unico, in attesa di un nuovo consiglio dove spunta, come possibile presidente, quell’avvocato Pieremilio Sammarco già sponsor professionale della sindaca. E l’azienda è da due mesi nel caos mentre la domanda “A chi giova?” resta senza risposta. A meno che la risposta non la fornisca un piccolo episodio passato inosservato il primo febbraio scorso, quando Giovanni Vivarelli, responsabile ambiente dell’Acea, incontra Bagnacani per dargli una notizia: l’Acea sta costruendo un impianto per trattare la plastica che dovrà portargli l’Ama.

lorenzo bagnacani
Lorenzo Bagnacani con Beppe Grillo (foto da: La Gazzetta di Reggio)

Tutto già deciso, a quanto pare, dalla stessa Raggi. Bagnacani rilancia proponendo una società comune, ma Vivarelli rifiuta. Gira i tacchi e se ne va: «Non erano questi gli accordi con la sindaca». La morale? I maligni sospettano che il disegno sia quello di mandare in crisi l’Ama per mettere la pratica rifiuti in mano all’Acea. Chissà. Ma se davvero fosse questo l’obiettivo, bisognava arrivare a tanto?

Bagnacani sembra tenere assai a mandare in giro queste storie sui complotti di AMA per spiegare la sua rottura con Raggi. Il punto è che non c’è nemmeno una prova che le due questioni siano collegate, visto che è lo stesso Bagnacani a precisare che è stato mandato via per i 18 milioni di crediti. Delle due, l’una.

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