Chi vuole chiudere Report?

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-04-19

Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, ha parlato oggi del rischio di sospensione per la trasmissione Report di Raitre.  Tutto nasce dopo la diffida inviata da Roberto Benigni e, soprattutto, dopo il servizio sul salvataggio dell’Unità: nell’occasione si parlò di una minaccia ben precisa, ovvero quella di togliere la tutela legale alla trasmissione …

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Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, ha parlato oggi del rischio di sospensione per la trasmissione Report di Raitre.  Tutto nasce dopo la diffida inviata da Roberto Benigni e, soprattutto, dopo il servizio sul salvataggio dell’Unità: nell’occasione si parlò di una minaccia ben precisa, ovvero quella di togliere la tutela legale alla trasmissione d’inchiesta di Raitre. A farlo, raccontava all’epoca il Fatto, erano «i renziani nel Consiglio di Amministrazione e in Commissione di Vigilanza».
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La tutela legale è importante perché spesso la trasmissione si deve difendere da richieste di risarcimento danni milionarie – in tribunale vince regolarmente, c’è stata soccombenza soltanto nel caso di Paolo Barnard. Stamattina è uscita però un’intervista a Guelfo Guelfi, spin doctor della prima campagna elettorale di Matteo Renzi a Firenze e uomo di fiducia dell’ex premier nel consiglio di amministrazione della RAI. L’intervista è molto critica nei confronti di Report ma non ne chiede mai la sospensione o la chiusura. L’obiettivo sembra piuttosto Bianca Berlinguer e il suo Cartabianca del martedì sera:

Tutto esplode con la trasmissione di Report sull’Unità e Pessina. Renzi si infuria, partono querele.
«È possibile per un editore ritrovarsi in questa situazione? Dovremmo tacere? Non è meglio discutere con i direttori per capire le ragioni degli orientamenti editoriali?».
E i renziani contro Cartabianca?
«Lo sa che uno speciale sui borghi ha fatto il doppio di ascolti? Ci sono cose che guardano al futuro, Cartabianca si accanisce sul passato. I talk sono un capitolo morto».
Intanto assistiamo a un “ribaltone”: i grillini stanno con l’ad e Freccero vota il bilancio.
«Non è stato determinante». In Rai fiuta uno “spostamento” verso l’area dei cinquestelle? «Vedo che tanti cavalcano qualsiasi tigre sul mercato della paura».

E qui ci sarebbe da ricordare che Cartabianca ha preso il posto del disastroso Semprini, voluto con geniale intuizione dalla direttrice di Raitre Daria Bignardi, nomina non certo sgradita ai renziani. In ogni caso oggi nel corso dell’audizione in commissione di vigilanza Guelfi è tornato a prendersela con la trasmissione di Ranucci, riprendendo, chissà perché, l’adorato paragone con la trasmissione sui borghi: “Report ha fatto il 5,6% mentre la trasmissione sui borghi ha fatto il 10%. Non voglio sopprimere niente ma nemmeno mantenere in vita per forza. Voglio invece che si discuta se gli obiettivi vengono centrati e sono soddisfacenti”. Anche Arturo Diaconale, in quota centrodestra, ha attaccato la trasmissione: secondo lui bisognerebbe “applicare la legge che dà responsabilità ai giornalisti, che rispondono in maniera oggettiva di quello che pubblicano”. “In Rai – ha precisato – si rischia di trovarsi senza responsabile: chi realizza il programma non ha la qualifica di direttore. Responsabile dovrebbe essere il capostruttura che controlla ma in genere non è giornalista. Allora il direttore di rete, ma in base a quale principio dovrebbe essere questa figura?”. “Si deve applicare il principio della responsabilità – ha aggiunto -, perché diversamente l’informazione diventa la condanna dell’informazione stessa”. In realtà la responsabilità del direttore non vale per la televisione e non si capisce bene di cosa parli il consigliere. Monica Maggioni intanto ha negato la possibilità di sospensione della trasmissione. In ogni caso nessuno ha chiesto esplicitamente la chiusura di Report, anche se Guelfi oggi ci è andato piuttosto vicino. Forse perché gli piacciono i borghi.

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