Chi non salta Giallorosso è!!!

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-08-23

Parafrasando i Righeira, la crisi sta finendo. All’inizio assolutamente misteriosa ed imprevedibile. Si capiva come stava andando, solo vedendo le inquadrature dei protagonisti. Sconsolato e triste Di Maio fino al 15 Agosto, e poi Giorgetti altrettanto triste e sconsolato da Ferragosto in poi. Adesso, invece, assolutamente prevedibile. Le consultazioni dei partiti maggiori sono state scontate, quasi …

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Parafrasando i Righeira, la crisi sta finendo. All’inizio assolutamente misteriosa ed imprevedibile. Si capiva come stava andando, solo vedendo le inquadrature dei protagonisti. Sconsolato e triste Di Maio fino al 15 Agosto, e poi Giorgetti altrettanto triste e sconsolato da Ferragosto in poi. Adesso, invece, assolutamente prevedibile. Le consultazioni dei partiti maggiori sono state scontate, quasi noiose.

Prima Forza Italia che più che attaccare il costituendo (o costituito) Governo Giallorosso ha preso le distanze dalla Lega. Il vecchio leone di Berlusconi non vuol fare la stessa fine di AN da lui costretta ad una fusione fredda ed umiliante nel PdL (Popolo delle Libertà) e sta traghettando il partito verso il centro, lasciato totalmente sguarnito dall’offerta politica attuale. Il grosso problema è che è proprio la figura di Berlusconi a rendere poco credibile questa operazione e lui non vuole protagonisti capaci di soffiargli la scena (ha proprio cacciato Toti per questo). Però il partito, se vuole stare al centro, ha bisogno di uomini nuovi. C’è Più Europa della Bonino che punta allo spazio politico (ma in modo simmetrico lì è la Bonino a creare il problema). A Sinistra c’è Calenda e, soprattutto, c’è Renzi (con forse il suo nuovo partito?) ma per Renzi il Berlusconi sarebbe troppo ingombrante e viceversa. A Destra forse c’è solo Tremonti (ma fra Berlusconi e Tremonti c’è un’antipatia reciproca). Insomma un enigma che sarà decifrato solo nei prossimi mesi. Il PD ha, di fatto, dichiarato la sua disponibilità per il Governo Giallorosso e, per dimostrare che è un accordo politico, ha posto prima 5 pre-condizioni (estremamente lasche) e poi ha corretto il tiro imponendone altre: essenzialmente l’abolizione dei decreti sicurezza (misure volute dalla Lega) e la rinuncia al taglio dei parlamentari (voluta invece dai 5 Stelle). Quando è stato il turno della Lega, si è visto Salvini già calato nel ruolo dell’opposizione. Ha seguito il copione e si è detto disponibile al taglio dei parlamentari dando un grande assist a Di Maio permettendogli la continuazione della politica dei due forni. Si è capito che per la Lega il nemico è il PD e non i 5Stelle e se ci saranno provvedimenti dirimenti nel futuro Governo, si sa già con quali dei due partiti la Lega si schiererà.

di maio dieci punti pd lega

Il Movimento 5 Stelle ha confermato la disponibilità per il Governo Giallorosso imponendo, come il Pd, alcune precondizioni tra cui il taglio dei parlamentari. E’ ovvio che, date le condizioni iniziali, il taglio di parlamentari si farà. Varie le conseguenze di questa misura: allungherà l’orizzonte del Governo perché richiederà almeno un paio di anni per scrivere tutte le regole attuative (e darà il tempo a Renzi o per costruire il suo eventuale nuovo partito o per ridare la scalata a quello vecchio), renderà la Camera copia conforme del Senato (in vista una riforma costituzionale per cancellare/modificare un doppione inutile?) ed infine fa capire che se i 5Stelle sapranno gestire a modo la politica dei due forni, sarà il PD a dover ingoiare un po’ di rospi. Sostanzialmente mentre nel Governo Gialloverde, la Lega aveva la sponda degli alleati di Destra per far passare alcuni provvedimenti (Sicurezza e Tav), adesso saranno i 5Stelle ad avere questa capacità di manovra. La discontinuità di questo Governo sarà, ragionevolmente, in politica estera. Si passerà dall’Euroscetticismo ad un forte Europeismo. Da politiche anti-francesi (incontro dei 5Stelle con i gilet gialli) a politiche assolutamente allineate (o asservite, come dirà la Lega) alla Francia. Per la politica interna vedo una assoluta continuità. Il Decreto Sicurezza bis sarà quasi certamente cancellato ma , de facto, con Minniti ministro dell’interno, le politiche non cambieranno molto. Sarebbe un suicidio politico se la Destra potesse cavalcare l’onda dell’immigrazione incontrollata. Stesso discorso riguarda il Decreto Sicurezza (l’argomento della legittima difesa è molto sentito) e Quota 100 (idem con patatine). Un po’ di autonomia sarà data al Nord (probabilmente le richieste di autonomia dell’Emila Romagna saranno più o meno accolte). A livello di Economia, il sentiero è già molto stretto. Incombe una manovra per sterilizzare l’aumento dell’Iva da 30 Miliardi (anche se probabilmente qualche aliquota sarà ritoccata in su). Immagino pochissimi margini di manovra. Forse il cuneo fiscale. Forse aiuti per i poveri. Sicuramente nessuno sgravio (forse anzi un aumento dell’imposizione fiscale) sui “ricchi”, cioè redditi da 30 mila Euro all’anno (1500 netti al mese). La Scuola, l’Università e la Sanità continueranno ad essere sotto-finanziate. Insomma, su questo fronte, niente di nuovo e di eccitante in vista.

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