Economia
Chi ci perde (e chi ci guadagna) con il federalismo
neXtQuotidiano 04/11/2019
I conteggi di Report e Openpolis sul federalismo fiscale: Napoli perde 159 milioni, Roma 330. Nel 2015 il presidente della Bicamerale federalismo, Giancarlo Giorgetti, propose di secretarli «come avviene in commissione antimafia».
Mentre Salvini era troppo impegnato al Papeete per approvare la legge sull’autonomia differenziata che quindi toccherà al PD e al M5S varare per Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, Il Mattino e il Messaggero pubblicano oggi un’anticipazione dell’inchiesta di Report e Openpolis sul federalismo fiscale, dalla quale si evince che il comune più danneggiato d’Italia dalle leggi volute dalla Lega è Giugliano in Campania, seguito da Afragola, Reggio Calabria, Crotone e Conigliano Rossano.
Il conteggio di Openpolis (dal titolo «Il calcolo disuguale») permette di stimare comune per comune la differenza tra il dire e il fare, cioè tra quanto dice la Costituzione e la legge attuativa del federalismo(firmata da Roberto Calderoli) e quanto è stato fatto in questi anni nella concreta attuazione delle norme, troppo spesso forzata con astuzia per ridurre i fabbisogni e quindi i diritti nel Mezzogiorno, in modo da non doverli finanziare. I numeri, una volta truccati, sono diventati così imbarazzanti da essere nascosti: nel 2015 il presidente della Bicamerale federalismo, Giancarlo Giorgetti, propose di secretarli «come avviene in commissione antimafia». Lo si è fatto davvero? Chissà. Di sicuro Bonaccorsi, segugio di Report, li ha cercati ma non è riuscito a rintracciarli. Non risultano agli atti, qualcuno non ricorda, altri affermano che non furono mai consegnati.
Report e Openpolis li hanno ricostruiti:
Per superare la logica dei servizi storici, Openpolis ha accorpato i Comuni in quattro fasce in base alla popolazione. Il medione generale, infatti, non terrebbe conto della oggettiva differenza fra una città che offre servizi anche a persone che vivono nell’interland e centri minori. In tale schema Roma fa storia a sé e quindi conferma i suoi 949 euro pro capite. Milano, Napoli e le altre sette città con almeno 250 mila residenti vengono accorpate e si vedono assegnare un «fabbisogno Lep» di 825 euro. La correzione non è di poco conto perché attualmente un cittadino di Milano è considerato meritevole di diritti per 888 euro mentre uno di Napoli soltanto per 795.
I Comuni di fascia medio-grande (100-250mila euro) si vedono in base a questo criterio assegnare un fabbisogno per residente di 726 euro mentre per i centri con popolazione fra i 60mila e i 100mila il costo standard riconosciuto è di 634 euro. Ma a soffrire non sono solo i piccoli:
A fronte di 33,2 miliardi di euro di fabbisogni riconosciuti infatti – la capacità fiscale standard è di 25,5 miliardi. Ne mancano quindi quasi 8 all’appello. Tale buco è coperto solo per metà, considerando i trasferimenti statali a vario titolo, fra i quali il principale è la compensazione per l’Imu e la Tasi prima casa.
Ecco spiegato perché soffre anche Milano, alla quale mancano 100 milioni, per un totale di 73 euro a testa, da recuperare con addizionali locali. E a Roma va peggio, con un saldo negativo di 330 milioni, vale a dire 115 euro pro capite. Mentre a Napoli si sale a 159 milioni, pari a 165 euro per residente. Le difficoltà generali del sistema, insomma, le si sono scaricate sui Comuni più deboli.
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