Casa delle Donne, cronaca di uno sgombero annunciato

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-26

L’amministrazione capitolina ha deciso di dare il benservito all’associazione che occupa gli spazi al Buon Pastore. Il Campidoglio non ha accettato la proposta di transazione per appianare il debito che la Casa delle Donne ha con il comune e ha revocato la convenzione che dovrebbe scadere nel 2021

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Il Comune di Roma ha deciso ieri di procedere alla revoca immediata della convenzione con la Casa Internazionale delle Donne. La convenzione tra Roma Capitale e l’Associazione scadrà nel 2021 ma da tempo l’Amministrazione comunale ha deciso di chiedere di ripianare il debito che la Casa ha accumulato con il Comune dal 2001 ad oggi. Si tratta di 833 mila euro che la Casa delle Donne aveva proposto – in una memoria depositata a gennaio – di risolvere con una transazione che potesse chiudere definitivamente la questione.

Perché la Casa delle Donne è sotto sfratto

Invece nella giornata di ieri – hanno fatto sapere dal Direttivo – «l’assessora Rosalba Castiglione ci ha annunciato che la memoria da noi consegnata a fine gennaio 2018 è stata respinta in toto, comprese le proposte di riduzione del debito da noi formulate. L’assessora Castiglione ha quindi annunciato anche la revoca immediata della convenzione che regola il rapporto fra la Casa Internazionale delle Donne e Roma Capitale». L’Associazione avrà 60 giorni di tempo per fare ricorso contro la decisione del Comune.

sfratto casa delle donne roma m5s - 3

Il Direttivo dell’associazione presente alla riunione ha annunciato che verrà fatta “opposizione a tutto campo” definendo la decisione di dare corso allo sfratto un “incomprensibile attacco della giunta Capitolina al femminismo e alla vita associata di Roma”. La Casa delle donne è attiva dal 1981, prima a palazzo Nardini e – dal 1985 – all’interno dell’ex convento del Buon Pastore a Trastevere; che in passato era stato anche un carcere femminile. Nel 1992 il Progetto Casa internazionale delle donne è stato elencato tra le opere di Roma Capitale e approvato dal Comune.  L’associazione contesta al Comune di essersi fatta carico in questi anni delle spese per le gestione dei servizi e la manutenzione ordinaria che straordinaria della struttura soprattutto quando le istituzioni non dimostravano alcun interesse nei confronti della Casa. La trattativa per trovare una soluzione era iniziata nel novembre del 2017 ma ad inizio luglio l’Associazione in una lettera aperta alla sindaca Raggi 

La versione della consigliera Guerrini

Diversa è la versione dei fatti data dalla consigliera comunale pentastellata Gemma Guerrini – nota per la sua battaglia contro i feticisti del Cinema America – che su Facebook ha fatto notare come il consorzio “Casa Internazionale delle Donne” abbia proposto al Comune di stralciare 300 mila euro dal debito in ragione dei lavori di manutenzione e di restauro eseguiti all’interno del complesso del Buon Pastore. La proposta però è stata rifiutata perché gli uffici del Dipartimento Patrimonio hanno giudicato “non pertinenti” i lavori.

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È stata proprio una relazione della Guerrini che bocciava il progetto della Casa Internazionale delle Donne a fornire l’appiglio “politico” per lo sgombero. Sfratto che dopo mesi di trattative (finte, dicono dal Direttivo) ora sta per diventare esecutivo. Il Comune ha fetta di mettere a bando lo spazio, ma al tempo stesso si dichiara disponibile a prendere in considerazione “eventuali e concrete proposte di transazione” da parte del Consorzio. Ed è proprio sul punto della gara per i servizi che già la Casa fornisce alla cittadinanza che le critiche si fanno più dure. Fino ad oggi infatti l’amministrazione comunale non ha certo brillato per la competenza nella scrittura dei bandi, e non si contano quelli revocati o annullati. Non si tratta nemmeno della prima associazione a finire sotto sfratto. L’estate scorsa il Comune ha fatto sgomberare la sede del forum dell’acqua al Rialto.

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