La solitaria battaglia di Gemma Guerrini contro i feticisti del cinema

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-16

Nelle more della lite sul Cinema America qualche giorno fa la consigliera pentastellata aveva definito feticisti gli spettatori delle proiezioni cinematografiche organizzate dall’Associazione in piazza San Cosimato a Trastevere. Oggi nega di averlo detto ma nel frattempo il MoVimento 5 Stelle l’ha scaricata brutalmente

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Gemma Guerrini, consigliera M5S capitolina e vicepresidente della commissione Cultura sta combattendo da qualche tempo una battaglia contro l’Associazione Cinema America “colpevole” di organizzare da ormai quattro anni le proiezioni cinematografiche estive in piazza San Cosimato, a Trastevere. A far esplodere il caso la decisione dell’assessore alla Cultura e Vicesindaco Luca Bergamo che in un’intervista a Repubblica ha annunciato “da quest’anno piazza San Cosimato rientreà nel bando dell’Estate romana”. Una decisione che secondo i ragazzi dell’Associazione avrà come effetto quello di ridurre il numero di proiezioni mettendo di fatto al bando un progetto che in questi anni ha contribuito a riqualificare la piazza.

Gemma Guerrini contro i feticisti dei vecchi film

Proprio lo scorso anno ci fu una petizione, firmata da alcuni residenti della piazza, per chiedere che il Comune vietasse la rassegna: disturbava troppo la quiete pubblica. Il livello dello scontro tra amministrazione e organizzatori si è alzato due giorni fa quando la Guerrini ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post dove criticava l’offerta culturale dell’Associazione Cinema America “spiegando” che era di fatto funzionale alla “propaganda del PD” che utilizza il cinema e gli eventi in piazza San Cosimato come mezzo per imporre la sua egemonia culturale.

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Secondo la Guerrini l’arrivo del cinema (e di attori e registi) in piazza San Cosimato è un atto di “civilizzazione di stampo colonialista” perché, pare di capire, impone la “riedizione di vecchi film” all’interno di un contesto che non ha vi ha niente a che fare.

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Quasi che il film possano essere proiettati solo in certi luoghi. In particolare – in un passaggio che merita di essere riportato nella sua interezza – Gemma Guerrini definisce “feticismo” la proiezione di “vecchi film”. Alla Guerrini – che se la prende con i personaggi famosi che frequentano la manifestazione estiva – non piace che in piazza compaiano anche Franceschini e Zingaretti (e del resto finché il M5S non è al governo quelli ci sono).

“Cultura” cosa?
I numerosi e vivaci sostenitori della manifestazione estiva organizzata dalla suddetta Associazione, ne hanno rivendicato a ogni pie’ sospinto l’alto livello culturale: a riprova, la moltitudine di cittadini che accorrevano in massa, desiderosi di abbeverarsi a tanta copiosa fonte, tanto ben frequentata e da tanti e tanto famosi personaggi.
Personalmente non so rispondere alla domanda di cosa ci sia di così altamente culturale nella riedizione di vecchi film, all’interno di un contesto storico e sociale con una sua storia, una sua identità, un suo vivace vissuto, che solo chi ne è estraneo, e vuole rimanerne tale, può non conoscere né vedere e anzi può soffocare vantando una civilizzazione di stampo colonialista.
Ciò che invece risulta evidente è quanto manifestazioni simili siano funzionali alla propaganda del partito politico che le sostiene, in questo caso di quel PD maestro nella manipolazione del consenso, che ormai da decenni utilizza la spettacolarizzazione e la feticizzazione della cultura come arma di distrazione di massa.
Cos’è infatti se non feticismo, la reiterata proiezione, giorno dopo giorno, di vecchi film che hanno in comune soltanto il fatto di essere famosi, con a seguire la presentazione degli altrettanto famosi produttori/registi/attori, magari accompagnati dal Franceschini o dallo Zingaretti di turno?
Alla quantificazione numerica come misura del consenso, già noto a quegli imperatori romani che organizzavano gli spettacoli gladiatorî al Colosseo, questo sistema di intellettualizzazione del divertimento ha poi appaiato spesso l’idea della sua gratuità: divertimento puro e purificato da ogni contaminazione pecuniaria.
Purtroppo, come ben sappiamo, nulla è gratuito.

A Gemma Guerrini la quantificazione numerica come misura del consenso (ovvero il fatto che gli organizzatori rivendichino il successo della manifestazione) ricorda i fasti dell’Impero Romano e i giochi gladiatori. Potrebbe anche ricordarle i voti che ha preso alle amministrative (328 nel 2013 e 757 nel 2016) ma è evidente un genere di quantificazione numerica del consenso che non le confà. Così come non è particolarmente gradito il “sistema di intellettualizzazione del divertimento”. Che sembra lasciare intendere che la consigliera pentastellata preferirebbe eventi meno da radical-chic e più popolari (ma cosa c’è di più popolare di un film?). Come ha scritto in un altro post la Guerrini rimpiange il periodo in cui Trastevere era “rione artigianale e industriale quale era stato per millenni, ribelle e rivoluzionario” tutto per colpa dell’ideologia imperante che lo trasformò “in rione dal folklore quasi caricaturale”.

Nel frattempo i ragazzi dell’Associazione, che avevano fatto sapere di voler portare la rassegna in periferia hanno pubblicato sulla loro pagina Facebook lo screenshot di un messaggio inviato alla sindaca Virginia Raggi nel quale chiedono “Voltiamo pagina, ripartiamo da capo. Lasciamo vivere il Cinema America a San Cosimato e portiamoli insieme anche nelle borgate che le abbiamo proposto”.

 

Il MoVimento 5 Stelle “scarica” Gemma Guerini

Ora qualcuno potrebbe pensare che la Guerrini sia animata da sentimenti che scorrono nelle vene degli abitanti di Trastevere “da millenni”. La realtà è molto meno poetica: la consigliera abita in piazza San Cosimato ed evidentemente la notte vuole dormire. Il problema è che a causa delle esternazioni della pasionaria de Trastevere un centinaio di attori e registi hanno firmato un appello per chiedere a Luca Bergamo di non sfrattare il Cinema America dalla piazza chiedendo addirittura le dimissioni di Luca Bergamo. Evidentemente lo scontro con i personaggi dello spettacolo preoccupa non poco i vertici del M5S, in fondo anche il partito di Di Maio crea il suo consenso grazie agli endorsement più o meno espliciti di Vip e personaggi famosi del mondo della cultura.

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Ecco così che una nota del Campidoglio cerca di riportare la pace in piazza San Cosimato: «Sulla vicenda del Cinema America in piazza San Cosimato Gemma Guerrini parla a nome del tutto personale. Le sue dichiarazioni, infatti, non rispecchiano il pensiero della maggioranza. Il gruppo M5S non solo prende le distanze dalle sue parole ma esprime piena fiducia al vicesindaco Luca Bergamo». Di fatto il M5S ha detto che di quello che dice la Guerrini sul Cinema America non importa a nessuno, tanto meno al gruppo consiliare del M5S che ne ha preso le distanze. Lei però non demorde e continua a difendere il fortino spiegando che chi dice che lei avrebbe detto che chi guarda vecchi film è un feticista sta diffondendo una fake news.

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Peccato che non sia affatto una bufala visto che una corretta interpretazione della lingua italiana (quella dell’ideologia imperante probabilmente) non lascia scampo alla consigliera: «Cos’è infatti se non feticismo, la reiterata proiezione, giorno dopo giorno, di vecchi film che hanno in comune soltanto il fatto di essere famosi». Significa appunto dire che chi guarda quei “vecchi film” è feticista. E le parole della consigliera M5S Eleonora Guadagno, anche lei in Commissione Cultura, non lasciano alcuno scampo alla Guerrini. Intervistata da Roma Today la Guadagno ha dichiarato che la Guerrini “È andata avanti in totale autonomia in questa sua lotta, senza ascoltare nessuno, e pronunciando parole del genere ha dimostrato di non essere competente in materia. Non sa di cosa stiamo parlando”. Chissà, forse la vicepresidente della Commissione Cultura non è esperta di cinema, ma solo di feticismi.

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