Il piano per salvare Carige

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-12

Servono 900 milioni: 320 da Schema volontario, 400 da privati, 200 da un bond. Il Fondo interbancario è l’unico disposto attualmente a mettere cash

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Il Sole 24 Ore anticipa oggi i dettagli del piano per salvare Carige, che parte da un fabbisogno complessivo per la banca genovese che si attesterebbe al momento attorno ai 900 milioni. Una cifra superiore ai circa 780 previsti dal piano dei Commissari di febbraio. Ma che si renderebbe necessaria per permettere alla banca ligure di liberarsi della sostanziale totalità (pari a 3,3 miliardi) dei crediti deteriorati in pancia, grazie all’intervento della Sga. Tecnicamente l’aumento di capitale in sè sarebbe pari a 700 milioni circa, mentre 200 milioni circa verrebbero coperti da un bond subordinato Tier 2 ancora in cerca di sottoscrittori.

Entrando nel dettaglio della componente equity, 320 milioni arriverebbero dalla conversione del bond subordinato in mano allo Schema volontario (il cui consiglio si riunirà lunedì per fissare la data dell’assemblea che darà il via all’operazione), mentre gli altri 380-400 milioni circa sono da recuperare tra diversi soggetti privati. Tra questi c’è il Fondo interbancario per la tutela dei depositi, l’unico che al momento appare chiaramente disposto a mettere cash. L’impegno definitivo del Fondo che rappresenta la totalità delle banche italiane dipenderà però dal contributo che arriverà dagli altri soggetti privati, dalla famiglia Malacalza (27,8%), azionista di maggioranza che dovrà dare l’ok all’intera operazione. Il Fondo, suo malgrado, farebbe comunque da rete di sicurezza dell’intera operazione, per coprire eventuali ammanchi derivanti da defezioni di altri soggetti.

piano carige
Il piano per salvare Carige (Il Sole 24 Ore, 12 luglio 2019)

Un ruolo da anchor investor industriale lo avrebbe poi Cassa Centrale Banca (Ccb), che potrebbe mettere sul piatto tra i 70 e i 90 milioni. Ma se le iniziative per garantire la sottoscrizione della quota di equity necessaria a supportare il nuovo piano industriale di Carige fervono, sul fronte del bond subordinato al momento appare tutto fermo. Non risulta che l’Istituto di credito sportivo e il Mediocredito centrale, coinvolti nell’operazione dall’azionista di riferimento, il ministero per l’Economia, abbiano ancora ricevuto un via libera ufficiale, ma nemmeno ufficioso, all’operazione. Le due banche a controllo pubblico dovrebbero sottoscrivere il bond per un importo complessivo non superiore a 175 milioni; 150 milioni di Credito sportivo e 25 milioni di Mcc.

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