La nazionalizzazione per Carige?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-02

La cordata a tre non piace alla maggioranza. Grillini e Lega pensano che per Carige l’unica opzione sia la nazionalizzazione

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Il piano del Fondo Interbancario per Carige non piace a Lega e MoVimento 5 Stelle. Che cominciano a pensare all’opzione della nazionalizzazione. Lo scrive oggi Andrea Greco su Repubblica, che sottolinea come la cordata a tre con Fondo interbancario, azionisti genovesi e banche pubbliche (Mcc e Credito Sportivo) vive ore difficili, per l’ostilità della maggioranza che sta torchiando i tecnici del Tesoro e della Banca d’Italia.

I responsabili dei dossier creditizi del M5s prima, e della Lega poi, dietro le quinte criticano il piano d’intervento: ma è l’unico rimasto dopo che il fondo BlackRock s’è sfilato, e il fondo Apollo – formalmente ancora in campo – non soddisfa le attese minime. Servono fino a 800 milioni, secondo più ricostruzioni, per raddrizzare la banca. Anche qualora la cordata li trovasse, però, manca il “partner industriale” chiamato a integrare e risollevare la Carige futura. Questa assenza, e la contrarietà a versare 200 milioni di denaro pubblico senza avere governance o controllo della banca – che potrebbe in seguito richiedere comunque la statalizzazione – hanno convinto i rappresentanti dei M5s (ma c’è il sostegno anche di qualche maggiorente della Lega), a chiedere conto alla direzione generale del Tesoro degli sviluppi.

I due partiti al governo, del resto, già si erano presi la responsabilità politica di un intervento con il decreto di dicembre che stanzia un miliardo per ricapitalizzare la banca “a scopo precauzionale”; e ora cresce l’idea di nazionalizzare del tutto Carige. Ma le verifiche fatte da membri del governo con i tecnici del Tesoro, giorni fa, hanno messo in dubbio che l’aumento “precauzionale” sia oggi praticabile, per la non granitica certezza che la Bce ritenga la banca di Genova solvibile (in grado di far fronte agli impegni debitori).

carige conti correnti

Le sole alternative al piano del Fitd sono la statalizzazione o la liquidazione, che già per le ex popolari venete due anni fa sollevò l’interesse postumo di Intesa Sanpaolo. Risulta che entro venerdì Francoforte chiederà ragguagli sull’effettiva praticabilità della soluzione “ibrida”.

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