Un istituto italiano per Carige?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-25

Dai primi contatti sembrano fuori gioco Mps e Bper, mentre Ubi a certe condizioni potrebbe essere attratta dal dossier

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Per Carige ieri il braccio volontario del Fondo tutela depositi (Fitd) ha confermato le indiscrezioni della vigilia, e «ritenuto di non poter accogliere l’ipotesi di intervento prospettata da un fondo di private equity». Senza neanche nominarlo ha fatto fuori Apollo, l’altro fondo Usa che dopo BlackRock si era avvicinato alla banca genovese in crisi sperando di raccoglierla col cucchiaino. Ma, scrive oggi Repubblica, su Carige c’è la novità di un istituto italiano in corsa per la banca:

Dietro le quinte si lavora a un aumento di capitale fino a 750 milioni, quindi con con altri 400-450 milioni, che verranno – secondo la nota del Fitd «dagli attuali azionisti e da partners pubblici e privati». Dai primi contatti sembrano fuori gioco Mps e Bper, mentre Ubi a certe condizioni potrebbe essere attratta dal dossier. Il partner industriale, se salterà fuori, dovrebbe coprire circa metà dei 300 milioni dei fondi che arriveranno da nuovi soci, in tandem con il Fondo tutela depositi (nella versione obbligatoria), che ha una dote versata di 1,4 miliardi pronta all’uso e potrebbe tornare un’ipotesi praticabile (benché resti pendente il ricorso dell’Antitrust Ue al verdetto della Corte di giustizia che a marzo ha demolito i veti di Bruxelles sul suo utilizzo per salvare la Tercas nel 2014).

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I conti di Carige

In settimana la vigilanza tra Roma e Francoforte – che ha commissariato Carige dopo che nell’assemblea di dicembre i soci avevano detto no alla ricapitalizzazione da 630 milioni con l’aiuto del bond del Fondo tutela volontario – vorrà essere messa al corrente della cordata, in vista della riunione che giovedì potrebbe esaminare il caso. E c’è chi si fa avanti:

A Genova c’è già qualcuno che risponde alla nuova chiamata. Aldo Spinelli, presidente di uno dei principali gruppi logistici del Paese, nell’ultimo aumento aveva sindacato le azioni con quelle di Gabriele Volpi e di Raffaele Mincione, ma il patto in assemblea non andò oltre il 20% e fu sconfitto dalla lista del primo azionista Malacalza. «Altri tempi, adesso siamo tutti concentrati sul rilancio della banca – spiega Spinelli – Io sono passato dal 2 all’1%, ma fin d’ora confermo che ci sarò e mi auguro che facciano altrettanto tutti gli azionisti, grandi e piccoli».

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