Chi ha svuotato i conti di Carige

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-24

Le somme più ingenti sono state ritirate dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e dalla compagnia assicurativa Amissima, di proprietà del fondo Apollo, che oggi è tra i soggetti interessati a comprare la banca

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Chi sono i clienti di Carige che hanno portato via i loro soldi dal conto corrente, spingendo le autorità a commissariare la banca ligure? La raccolta diretta è calato trimestre dopo trimestre perdendo ben 3,8 miliardi. Le somme più ingenti sono state ritirate dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e dalla compagnia assicurativa Amissima, di proprietà del fondo Apollo, che oggi è tra i soggetti interessati a comprare Carige a prezzo scontatissimo.

Repubblica Affari & Finanza oggi racconta in un dossier quanto è accaduto nei nove mesi scorsi, a partire dall’addio di Fiorentino e dall’approdo di Pietro Modiano e Fabio Innocenzi ai vertici della banca:

La raccolta diretta crolla: in tre mesi, dal primo luglio al 30 settembre, scende di 746 milioni. Tra i clienti che non confermano la fiducia nell’istituto, c’è anche la Cei: gran parte della liquidità depositata in giugno tre mesi più tardi risulta già trasferita, anche se i vescovi lasciano sul conto un residuo comunque pari a diverse decine di milioni.

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La discesa della raccolta diretta di Carige (Repubblica A&F, 24 giugno 2019)

A quel punto, data la difficoltà oggettiva della banca e il rischio di un bank run, il Fondo Interbancario  annuncia che sottoscriverà un prestito convertibile per 320 milioni. Malacalza fa saltare però l’aumento di capitale. E il 22 dicembre la CEI prende cappello, subito imitata da Amissima:

Interpellato in merito, l’amministratore delegato Alessandro Santoliquido dice che Amissima ha «un importante deposito titoli presso la banca» e che, di conseguenza, «importanti operazioni di accredito e di successivo addebito sono generalmente legate alla normale gestione finanziaria». Santoliquido non attribuisce le movimentazioni di quei giorni bollenti a motivi particolari ma alla normale gestione finanziaria di una compagnia che «ha 6,5 miliardi di riserve».

E, spiega ancora Repubblica, tra il primo ottobre e il 31 dicembre 2018 la raccolta diretta crolla di altri 1,8 miliardi. Non si sa quanti ne siano usciti prima dell’assemblea e quanti dopo. Difficile ipotizzare, però, che un movimento così consistente si sia verificato negli appena tre giorni lavorativi – tra i quali la vigilia di Natale – che nel 2018 ci sono stati tra il 22 e il 31 dicembre. E ci sono penali e rischi nel deal che ha portato alla nascita di Amissima con le assicurazioni già alienate da Carige in favore di Apollo. E in questa ottica l’offerta del fondo per Carige prende tutt’altra luce:

Nei giorni scorsi il Sole 24 Ore ha scritto che i commissari stessi avrebbero definito i termini di un accordo per liquidare fin da ora i 121 milioni di penali nei confronti di Amissima che, da contratto, matureranno solo nel 2020. Subito si è scatenata la bagarre con Vittorio Malacalza, il patron del gruppo di famiglia che, oggi, vede nei ruoli operativi i figli Mattia e Davide: la stessa cifra, hanno sostenuto diverse indiscrezioni, sarebbe quella che il fondo Apollo avrebbe proposto di investire in un aumento di capitale compreso fra 450 e 500 milioni, da fare assieme al Fondo di garanzia, per prendersi tutta Carige. Comprarsi Carige con meno soldi di quelli ipotizzati da Blackrock, per di più messi dalla stessa banca. Se le indiscrezioni fossero vere, sarebbe troppo per pensare che tutto fili senza scossoni. Di qui l’attesa di altri colpi di scena.

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