Carige: il CdA decaduto e la “soluzione veneta” per la banca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-02

L’idea della vendita a un prezzo simbolico a un altro player. E il rischio che diventi un’abitudine

article-post

Il consiglio di amministrazione di Banca Carige è decaduto, in seguito alle dimissioni di altri quattro consiglieri, tra cui il presidente Pietro Modiano e l’amministratore delegato Fabio Innocenzi, comunicata lo scorso 31 dicembre. Le autorità di vigilanza dovrebbero procedere alla nomina di una terna di commissari, tra cui lo stesso Modiano e Innocenzi, a cui affidare la messa in sicurezza della banca, scossa dal no della famiglia Malacalza all’aumento di capitale.

Carige: il CdA decaduto e la “soluzione veneta” per la banca

La mossa non sembra scollegata rispetto a quanto raccontato oggi sulla stampa: i vertici della banca hanno incontrato alla vigilia di Capodanno i tecnici di Palazzo Chigi e del Ministero dell’Economia (Mef) per affrontare, tra gli altri, il tema dell’eventuale piano B. Ovvero, la exit strategy da adottare in caso di rinuncia della famiglia Malacalza a sostenere la ricapitalizzazione da 400 milioni di euro, operazione che consentirebbe a Carige di rimborsare l’obbligazione subordinata da 320 milioni sottoscritta dal Fondo Interbancario.

consiglio carige
Il CdA di Carige (Il Sole 24 Ore, 13 novembre 2018)

L’idea che si fa strada al ministero del Tesoro è quella della “soluzione veneta”, ovvero la stessa che portò Intesa San Paolo ad acquisire per la cifra simbolica di un euro Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza (BPVI).

«Si tratta comunque di una soluzione estrema, che né Palazzo Chigi né il Mef sono intenzionati a incoraggiare», spiega una fonte vicina al dossier, perché «il primo obiettivo rimane quello di convincere i Malacalza a farsi carico dell’aumento, visto che la banca ha tutti i requisiti per uscire da sola dai guai».

Ma la sensazione è che i primi azionisti di Carige, come già ribadito a Ramon Quintana, direttore generale della supervisione microprudenziale della vigilanza Bce, non intendano arretrare rispetto alla posizione assunta in assemblea, quando l’avvocato Paolo Ghiglione aveva motivato così l’astensione della famiglia: «Manca una completa e definitiva stima dell’intero portafoglio crediti, non è dato sapere se l’autorità di vigilanza ha intenzione di svolgere ulteriori assessment sulla banca e imporre ulteriori prescrizioni, non sono noti i risultati di bilancio 2018 e si è ancora in attesa degli obiettivi patrimoniali che saranno dati a Carige nel 2019».

Intanto Carige ha chiesto alla Consob di valutare “la sospensione del titolo Carige per l’intera giornata” in “attesa di comunicazioni che riguardano il governo societario che verranno rese note presumibilmente” oggi. Lo si legge nella delibera Consob che ha sospeso per oggi il titolo. La Consob ha aderito alla richiesta in quanto si tratta di decisioni “rilevanti” e perché “essendo già circolate indiscrezioni, permane il rischio di ulteriori fughe di notizie prima della effettiva assunzione delle decisioni” attese per oggi. E ha confermato che è stata posta in amministrazione straordinaria da parte della Bce. Lo si legge in un comunicato dell’istituto, nel quale si specifica che è stato nominato un comitato di sorveglianza composto da tre membri: Gian Luca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti. La banca sottolinea come sia “garantita la consueta operatività senza alcun impatto su clienti, depositanti e dipendenti”.

EDIT: Unicredit non commenta le indiscrezioni di stampa secondo cui potrebbe essere l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier a farsi carico di Banca Carige. Un’eventuale acquisizione di Carige rappresenterebbe comunque una deroga al piano industriale di Unicredit, che prevede la crescita organica della banca.

Leggi sull’argomento: Carige, l’ombra del salvataggio di Stato

Potrebbe interessarti anche