Carige, il bond e l’intervento statale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-10

Il fondo interbancario potrebbe optare per la conversione del prestito. Su Blackrock intanto non si muove foglia

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A cambiare la scena sul futuro di Carige potrebbe essere il Fondo Interbancario (Fitd) che lo scorso autunno ha sottoscritto il bond della banca da 318 milioni di euro, confidando che l’aumento di capitale da 400 potesse restituire rapidamente l’esborso. Così non è stato, visto che l’assemblea Carige ha bocciato l’aumento e che la Banca Centrale Europea ha commissariato l’istituto. A questo punto il Fondo potrebbe optare per la conversione. «Aspettiamo di ricevere la proposta di BlackRock. L’ipotesi di convertire tutto il prestito è verosimile» ha spiegato il presidente Salvatore Maccarone. Spiega oggi Il Messaggero:

Le tensioni sono state superate nel 2019 solo grazie all’emissione di due bond da 1 miliardo garantiti dallo Stato. In seguito alle «tensioni sulla liquidità conseguenti agli esiti dell’assemblea straordinaria del 22 dicembre 2018», in cui la famiglia Malacalza bloccò l’aumento di capitale chiesto dalla Bce, «la banca ha attivato un’ampia gamma di strumenti a sostegno della posizione finanziaria», si legge nella relazione dei commissari sulla situazione economica e patrimoniale al 31 dicembre, consultata dall’Ansa.

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I due testi a confronto

Decisivi per superare la fase di emergenza sono stati, in particolare, gli aiuti varati dallo Stato con la garanzia alle obbligazioni di Carige, a cui era ormai precluso l’accesso al mercato dei bond. Il valore dell’Lcr «è stato prontamente ripristinato e nel mese di febbraio 2019 è pari al 154%, anche per effetto dell’avvenuta emissione nel mese di gennaio di due obbligazioni con garanzia dello Stato per un importo complessivo di 2 miliardi».

Su Blackrock intanto non si muove foglia. Il fondo Usa potrebbe voler attendere l’esito del confronto con i sindacati sul piano industriale per capire come diventerà Carige. In ballo ci sono 1.250 prepensionamenti di lavoratori con i requisiti, ma soprattutto il futuro dei dipendenti delle 500 filiali destinate alla chiusura.

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