Una candidatura blindata per Maria Elena Boschi?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-16

La sottosegretaria non correrà in un collegio maggioritario: per lei pronto il posto nel listino plurinominale, che garantisce l’elezione ed evita il confronto diretto con gli avversari

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Goffredo De Marchis su Repubblica di oggi racconta che il Partito Democratico sta sciogliendo la riserva sulla candidatura di Maria Elena Boschi nel modo che tutela di più la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio del governo Gentiloni. Ovvero: MEB non correrà in un collegio maggioritario (si parlava addirittura di un suo confronto con Claudio Borghi ad Arezzo), ma andrà nel listino plurinominale:

Qualcuno dirà che scappa. Qualcun altro che il Pd è costretto a farla scappare, dopo il boomerang della commissione Banche. Il fatto è che Maria Elena Boschi non correrà in un collegio maggioritario. Sarà candidata solo nel listino plurinominale che garantisce l’elezione ed evita il confronto diretto con gli avversari. Niente duelli per la sottosegretaria che gli altri partiti aspettavano al varco per contrapporle un big e dimostrare la sua debolezza.
A tredici giorni dal termine per la presentazione delle liste (28-29 gennaio), questo è l’orientamento di Matteo Renzi e dello stato maggiore che lavora con lui alla composizione delle liste. Come è sempre avvenuto, le certezze sulle candidature arriveranno la notte prima dell’ultimo giorno utile. Non manca il tempo per un ripensamento. Ma la pedina Boschi ha già fatto il giro d’Italia sulla piantina dei collegi che hanno in pochissimi. A cominciare dalla Toscana. Arezzo esclusa, Lucca esclusa, si era immaginata una competizione aperta nelle zone di Massa o Grosseto. Ipotesi alla fine cassata. Poi erano spuntati i collegi in Campania, ma il pericolo rimaneva vicino ai livelli di guardia.

maria elena boschi

Alla fine, nessun collegio è sembrato abbastanza al riparo da uno scontro all’ultimo sangue che finirebbe per danneggiare la sottosegretaria e soprattutto il Partito democratico. Molto meglio la ritirata con la garanzia, nella stessa Toscana, di un collegio proporzionale dove la lista è bloccata. In questo modo anche la campagna elettorale della Boschi sarà meno esposta, meno in prima persona. Se passa la linea sull’ex ministra della Riforme, sarà un nodo in meno da sciogliere.

E pensare che le polemiche su Boschi si erano praticamente sopite, prima che il PD decidesse di fare la commissione banche.

Leggi sull’argomento: Quello che Renzi deve ancora spiegare su De Benedetti e le banche popolari

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