Mentre la Lega copia le ordinanze dell’Emilia Romagna la Borgonzoni attacca Bonaccini sul coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-28

Il centrodestra all’attacco sul coronavirus nella prima seduta dell’Assemblea in Emilia-Romagna a dispetto del fatto che le ordinanze fossero talmente buone, evidentemente, da finire copiate dal Veneto

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Dopo la vittoria di Bonaccini comincia subito alla grande la legislazione regionale dell’Emilia-Romagna: il centrodestra all’attacco sul coronavirus nella prima seduta dell’Assemblea in Emilia-Romagna a dispetto del fatto che le ordinanze fossero talmente buone, evidentemente, da finire copiate dal Veneto. E protagonisti sono Lucia Borgonzoni e Vittorio Sgarbi, i due neo-consiglieri che potrebbero a breve rinunciare (hanno 60 giorni per farlo) all’incarico in favore dei loro seggi in Parlamento.

Mentre la Lega copia le ordinanze dell’Emilia Romagna la Borgonzoni attacca Bonaccini sul coronavirus

“Non lo so, non ho ancora deciso, mi piacerebbe che mi faceste, tra virgolette, godere della prima seduta d’aula”, ha risposto Borgonzoni ai cronisti sulla scelta, che in realtà pare già effettuata visto che anche i suoi l’anno attaccata. Componente “transitorio” dell’Assemblea si è definito Sgarbi, che però ha acceso i fuochi, chiedendo la parola in aula sulle “misure eccessive e intollerabili” assunte per fermare l’epidemia del coronavirus. “Sono convinto questa emergenza non ci sia. Sbagliato chiedere le scuole e tenere aperti i centri anziani”, afferma il critico d’arte. Dai banchi della Lega è venuta la richiesta di un vertice dei capigruppo per organizzare una discussione sull’argomento. Ma questo potrà avvenire solo alla “prima assemblea utile”, ha frenato la capoguppo Pd del nuovo corso Marcella Zappaterra. “Sappiamo che il presidente Bonaccini era disponibile a fare una informativa ma un dibattito avrebbe comportato tempi lunghi”, spiega ancora Zappaterra. Per l’insediamento, infatti, era prevista solo la mattinata di votazioni su presidenza dell’Assemblea e ufficio di presidenza. Ma a quel punto è andata all’attacco sul dibattito da fare subito la leghista Borgonzoni, rintuzzata però dalla neo-presidente del parlamentino Emma Petitti: “Accogliamo la convocazione dell’ufficio di presidenza, ma l’accordo politico era quello di rimandare”, ricorda la dem.

borgonzoni emilia-romagna

Fuori dell’aula la senatrice ex candidata del centrodestra punta allora il dito contro il governatore Stefano Bonaccini: “Ha deciso di non parlare più di una questione veramente seria della nostra regione per non dare parola all’opposizione. Spero sia solo uno scivolone e non si inizi cosi'”. La preoccupazione del Pd, accusa Borgonzoni, “era non stare in aula fino alle 18. Ma abbiamo aziende che rischiano di fallire, persone malate e una situazione da riprendere in mano. La gente e’ spaventata e ha bisogno di risposte. Questa è una occasione persa”. Bonaccini stempera. “Borgonzoni? Non mi ha accusato di nulla perché hanno deciso di capigruppo prima di cominciare”, risponde il governatore lasciando l’aula. “Se c’è qualcuno che non e’ mai sfuggito ad un dibattito è il sottoscritto”, sottolinea. Comunque “si discuterà di coronavirus il prima possibile”. La decisione uscirà dalla conferenza dei capigruppo. Per sapere invece se Borgonzoni manterrà fede agli impegni presi pubblicamente ci vorranno ancora 60 giorni e il calo d’attenzione dei media sul punto.

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