La storia del “punisher” e i complotti sul “finto poliziotto” a Bologna

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-21

Durante gli scontri a Bologna tra antifascisti e forze dell’ordine che presidiavano il comizio di Forza Nuova in Piazza Galvani qualcuno ha scoperto che era in azione anche un “finto poliziotto” con casco nero e toppa del Punitore, ma la realtà è molto diversa

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Durante gli scontri tra manifestanti e Polizia ieri a Bologna molti hanno notato la presenza di quello che è stato definito un “finto poliziotto”. L’uomo viene inquadrato dalle telecamere mentre porta via di peso una donna che qualche istante prima aveva “sfidato” un drappello di agenti in assetto antisommossa schierati per impedire al corteo dei centri sociali di raggiungere Piazza Galvani dove era stato organizzato il comizio di Forza Nuova. In città ad assistere al discorso di Roberto Fiore c’era appena una decina di militanti di Forza Nuova. Dall’alta parte della barricata un migliaio di persone che i fascisti a Bologna non li vogliono.

Il “punisher” è solo un agente della Squadra Mobile in borghese

Come sempre la Polizia ha fatto quello che fa in queste occasioni: bloccato con grate e transenne le vie d’accesso, caricato i manifestanti e manganellato quelli che cercavano di sfondare il cordone di sicurezza. La donna che è stata fermata è stata poi rilasciata con una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. La sua colpa è stata quella di aver provocato gli agenti, prima dicendo di voler andare in Piazza Galvani ad urlare contro i fascisti, spintonando uno degli agenti – che non reagisce –  e poi urlando “assassini” all’indirizzo degli agenti della Celere.

A quel punto il cordone si apre e uno dei poliziotti trascina a terra la manifestante che viene bloccata e trascinata via di peso da tre uomini. Tutto avviene sotto lo sguardo di giornalisti e telecamere che stavano seguendo la manifestazione antifascista e documentando le tensioni e gli scontri.

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Qualcuno ha notato che uno dei poliziotti che ferma la manifestante e la porta via sarebbe un “finto poliziotto” perché indossa un giubbotto nero con uno strano teschio e un “casco nero”. In realtà si tratta semplicemente di un agente della Squadra Mobile in borghese. Il casco è nero solo nella foto, a causa dei riflessi che lo fanno sembrare nero. È invece un normalissimo casco modello “ubot” di colore azzurro in dotazione alla Polizia di Stato. Difficile poi che un “finto poliziotto” possa effettuare un arresto in compagnia di agenti veri. Il collega a fianco ha in bella mostra la placca della Polizia di Stato (oltre al casco d’ordinanza).

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Dal video di Repubblica si vede chiaramente il colore del casco, che è blu, come quello usato della Polizia in servizio di ordine pubblico. Altra questione è invece la toppa sulla giacca. Lo stemma con il teschio è quello dell’anti-eroe Marvel “The Punisher“. Dal momento che l’agente è in borghese sta utilizzando i suoi indumenti e non certo quelli in dotazione quindi può applicare i distintivi o simboli che vuole.

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In molti si sono indignati perché un agente di Polizia se ne va in giro con il simbolo del Punitore sulla giacca spiegando che era un simbolo che spiegava il senso di “esaltazione” che pervade le nostre forze dell’ordine. Ma sull’altra spalla lo stesso agente ha una toppa con quella che sembra essere la bandiera della Tailandia. Del resto se un agente opera in borghese significa che lo fa in abiti civili e di certo non si deve vestire in modo tale da rendersi immediatamente identificabile.

Leggi sull’argomento: Il rogo nella sede della polizia locale di Mirandola

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