Perché Battiston è stato cacciato dall’Agenzia Spaziale Italiana

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-07

L’ASI è il vertice di un sistema pubblico-privato da un miliardo e mezzo di euro, con 6mila tra tecnici e ricercatori coinvolti: è un piatto troppo ricco per essere lasciato in pace dalla politica

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L’Agenzia Spaziale Italiana è l’ente fondato nel 1988 per sviluppare la politica aerospaziale del Paese. Dipende dal governo, che stanzia i fondi e nomina i vertici, mentre la vigilanza è svolta dal Miur. Ha collaborato con la Nasa per lo sviluppo della Stazione Spaziale Internazionale e ieri la cacciata del presidente Roberto Battiston da parte del ministro della pubblica istruzione Bussetti è stata vista come un atto irragionevole e a impronta leghista, tanto è vero che il M5S sostiene che nessuno ne sapeva nulla.

Il giallo dell’addio di Battiston all’Agenzia Spaziale Italiana

Secondo le ricostruzioni dei retroscena dei quotidiani da tempo la Lega spingeva per sostituire Battiston all’ASI, tanto è vero che il presidente era stato escluso dalla cabina di regia sull’aerospazio che era stata creata da grillini e Carroccio. Ieri il colpo di mano a sorpresa e i 5 Stelle sono  persuasi che dietro la scelta ci sia il potente sottosegretario di Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti. «Ma le pare che Bussetti prende una decisione simile senza avere il benestare dall’alto?», chiede retoricamente un uomo ai vertici dei Cinque stelle. Tra i rilievi mossi alla nomina di Battiston, racconta oggi La Stampa, c’è il fatto che non sarebbe passata attraverso il parere del Comitato interministeriale deputato a fare da cabina di regia sullo spazio, presieduto proprio dal plenipotenziario leghista. Il sostituto sarebbe comunque già pronto:

. A metà pomeriggio, è dal ministero che lasciano girare il nome del generale Pasquale Preziosa come possibile successore, ex numero uno dell’Aeronautica che, sottolineano con soddisfazione, svolgerebbe il compito a titolo gratuito. Ma nel M5S insistono che non sarà così facile, e sospettano anche che il Carroccio abbia un altro nome, che quello di Preziosa sarà bruciato a favore di una carta coperta.

viceministro fioramonti

L’Asi è il vertice di un ricco sistema pubblico-privato da un miliardo e mezzo, con 6 mila tecnici e ricercatori e un ritorno pari a 4 volte per ogni euro investito. Visto con gli occhi della politica, una magnifica preda e un esclusivo «poltronificio».  Con oltre 700 milioni di euro l’anno in bilancio, l’Agenzia – che formalmente è un Ente pubblico vigilato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – era riuscita a risalire la china, dopo una decina di anni di crisi dei finanziamenti.  Oggi la Difesa contribuisce per poco più di 8 milioni al bilancio dell’Agenzia per Cosmo Sky-Med, secondo l’ultimo resoconto della Corte dei Conti, pubblicato a maggio 2018 e relativo al 2016. Il contributo del Ministero della Ricerca è di oltre 500 milioni. E lo spazio, per l’Italia, è ormai da diversi anni fonte di un ricco indotto, fra aziende private che si sono aggiudicate commesse importanti (è stata Thales Alenia Spazio, per esempio, a realizzare diversi moduli della Stazione Spaziale) e società per azioni o consorzi in cui l’Asi ha partecipazioni di minoranza. La space economy – si stima – vale per il nostro paese 1,5 miliardi di euro e dà lavoro a 6.500 persone. L’Agenzia ha più di 200 persone alle sue dipendenze.

L’affare dello spazio nelle mira della Lega

Insomma, ce n’è abbastanza per capire che l’aria che tira è quella di uno spoil system di necessità. Esattamente come l’abusivismo che il M5S difende. Tanto che si parla anche della gratuità dell’impegno del generale Pasquale Preziosa – l’erede designato – a fronte dei 97mila euro l’ano che prendeva Battiston come uno dei motivi della scelta. Si tratta ovviamente di sciocchezze, e basta vedere quanto sono pagati i componenti del sontuoso staff di Di Maio per capire che si tratta di una scusa. Battiston è stato mandato via insieme al direttore generale Anna Sirica dopo che è fallita la moral suasion del ministro Bussetti per ottenere le sue dimissioni spontanea. La motivazione è stata la mancanza del nullaosta del Comitato interministeriale per le politiche relative all’aerospazio. Anche se l’organo è stato costituto a inizio 2018 e si è riunito per la prima volta solo due mesi fa, lo scorso 7 settembre. Secondo il Messaggero ha giocato un ruolo importante Stefano Gualandris. Nominato a settembre consigliere tecnico-giuridico da Giorgetti per le politiche dell’aerospazio, è un imprenditore del ramo (accusato dal Pd di conflitto d’interessi) e fin dall’inizio ha attaccato l’operato del presidente Asi. In un recente incontro europeo sull’aerospazio, il 40enne Gualandris (varesino come Bussetti e Giorgetti) avrebbe anche preannunciato il siluramento di Battiston.

agenzia spaziale italiana
La sede dell’Agenzia Spaziale Italiana

Corrado Zunino su Repubblica racconta invece che sulla caduta di Battiston hanno inciso alcuni documenti recapitati da avversari dell’Asi che attribuivano al presidente uscente «una perdita di prestigio dell’Italia, terzo contributore dell’Agenzia europea Esa, una riduzione di direttorati europei e astronauti, una vicinanza discutibile con l’Università di Trento e responsabilità sul fallimento della missione (su Marte) Exomars, costata 120 milioni di euro». Il governo del cambiamento accoglie il grande ritorno del dossieraggio da Prima Repubblica. E si adegua.

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