Le urla di Barbara Lezzi contro Conte per ILVA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-13

Il presidente del Consiglio ha riunito a Palazzo Chigi, alle otto e mezzo del mattino, la parte più battagliera dei parlamentari che hanno detto di no allo scudo penale per gli amministratori dell’ex Ilva. Ma ha dovuto subire le urla della senatrice Barbara Lezzi (che pur non essendo di Taranto, si è intestata la battaglia)

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Ieri c’è stato un grande spettacolo – purtroppo non in streaming – all’incontro tra i parlamentari del MoVimento 5 Stelle pugliesi e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sull’ILVA a Taranto. I dettagli li racconta oggi Annalisa Cuzzocrea su Repubblica:

Il presidente del Consiglio ha riunito a Palazzo Chigi, alle otto e mezzo del mattino, la parte più battagliera dei parlamentari che hanno detto di no allo scudo penale per gli amministratori dell’ex Ilva. Ma ha dovuto subire le urla della senatrice Barbara Lezzi (che pur non essendo di Taranto, si è intestata la battaglia), i toni altrettanto duri dei deputati tarantini Gianpaolo Cassese, Giovanni Vianello, Rosalba De Giorgi.

Poi, l’avvertimento di Luigi Di Maio: «Inutile girarci intorno. Lo scudo potrebbe servire a riportare al tavolo Mittal, e a quel punto che facciamo? Se ci mettono sotto con un emendamento parlamentare è chiaro che è un problema per la maggioranza. E se si mette la fiducia, rischiamo di andare tutti a casa». Chiunque farà forzature dovrà assumersene la responsabilità, questo è il senso del ragionamento del capo politico M5S, che per la prima volta evoca una crisi di governo proprio sull’ex Ilva. Quasi vedesse il remake di quanto vissuto con la Lega sulla Tav solo pochi mesi fa.

ilva conte lezzi

Il premier ha voluto avocare a sé il problema Taranto, è convinto di poter gestire la galassia 5 stelle, dovrà farlo senza l’aiuto di Di Maio. E con Barbara Lezzi ormai passata sul piede di guerra:

«Saremo giudicati su come riusciremo a cambiare Taranto – ha provato a spiegare Conte ai pugliesi – io voglio avviare una riqualificazione, sto parlando di un grande progetto complessivo che voi mettete a rischio per una ragione puramente simbolica. Se andiamo a casa cosa pensate succederà? Per cosa sarete giudicati? Per aver difeso il no all’immunità, che ci indebolisce dal punto di vista legale, o per aver affossato Taranto?». Nulla da fare. «Lo scudo puoi scordartelo», sbotta Lezzi senza giri di parole, secondo quanto riporta l’agenzia Adnkronos.

Che dà la notizia dell’incontro mattutino nonostante Chigi avesse cercato di tenerla segreta, talmente era andato male. «Se mi fido di Conte? Devo farlo», dice l’ex ministra del Sud dopo aver riunito alla buvette di Montecitorio, in trasferta, un piccolo consiglio di guerra pugliese. E di Di Maio? L’ex ministra del Sud ride e guarda in basso, mentre fuori dalla Camera ricomincia a piovere. Cerca una via diplomatica: «Dobbiamo lavorare tutti per il bene di Taranto. ArcelorMittal fa quello che ha fatto ovunque: arriva, prende pezzi di mercato, smantella e va via. In Sudafrica ha chiuso tre giorni fa. In Bosnia è passato da 22mila a 3000 operai. L’immunità è solo una scusa».

 

La fortuna di Lezzi è che l’italiano ha la memoria di un criceto.

Leggi anche: Come Barbara Lezzi e il M5S hanno preso in giro Taranto tra la promessa della chiusura e quella di salvare l’ILVA

 

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