L’ideona del governo: prendersi l’oro di Bankitalia per non aumentare l’IVA

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-11

Il leghista Borghi ha depositato una proposta di legge sull’oro posto a garanzia dalla Banca quando l’Italia aveva una sua moneta sovrana che lo porrebbe sotto la diretta proprietà dello Stato

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Il governo Lega-M5S ha avuto l’ideona: usare l’oro di Bankitalia per non aumentare l’Iva. Un’ideona che gira da tanto tempo, per lo meno dalla storica figuraccia dei grillini sull’oro a Bankitalia che risale ormai al 2014, con tanto di video successivo che ha per protagonista Carla Ruocco. Ma che adesso potrebbe concretizzarsi, visto che anche Claudio Borghi della Lega scende in campo.

L’oro di Bankitalia al governo per non aumentare l’IVA

Spiega oggi La Stampa che l’idea dei gialloverdi sarebbe quella di usare una parte delle riserve auree per dirottarle sulla spesa, evitando così una manovra correttiva e l’aumento dell’Iva nella legge di Bilancio del prossimo anno. In che modo? Il leghista Borghi ha depositato una proposta di legge sull’oro posto a garanzia dalla Banca quando l’Italia aveva una sua moneta sovrana che lo porrebbe sotto la diretta proprietà dello Stato.

Non una novità: già nel 2009 Silvio Berlusconi e il suo ministro dell’Economia Giulio Tremonti proposero una tassa sulle plusvalenze ottenute dai «detentori di metalli per uso non industriale». Chiaro che il bersaglio numero uno fosse proprio la Banca d’Italia. Palazzo Chigi usò guanti di velluto e ne subordinò l’adozione al consenso di Via Nazionale e al parere favorevole di Francoforte. La Banca centrale europea disse che no, non si poteva fare. Norme come quella, scrisse l’istituto nel parere del 14 luglio 2019, quando Jean-Claude Trichet occupava ancora la poltrona oggi di Mario Draghi, «darebbero luogo a trasferimenti di talune risorse finanziarie dalla Banca d’Italia al bilancio dello Stato». E il Trattato Ue su questo ha regole molto stringenti.

Ma adesso si fa sul serio, spiega Borghi alla Stampa: «Il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, ha recentemente dichiarato che per stabilire di chi sia la proprietà giuridica dell’oro bisogna chiedere alla Banca centrale europea. Ma che risposta è? È una questione che riaffiora in modo carsico e che tocca la sensibilità collettiva degli italiani. In passato qualche governo voleva spenderlo quell’oro. Il ministro dell’Economia di Berlusconi, Giulio Tremonti aveva provato a rivalutarlo e a tassare la Banca d’Italia per le plusvalenze. Noi invece le riserve auree vogliamo proteggerle dagli interessi stranieri. Altro che assalto a Bankitalia».

Quando Ignazio Visco rispondeva ai grillini sull’oro di Bankitalia

Nel 2014 fu Ignazio Visco a rispondere a una domanda di Carla Ruocco sull’oro di Bankitalia sfottendo con leggerezza l’onorevole grillina:  «Dov’e’ l’oro della Banca d’Italia? E’ in Banca d’Italia; sta sotto. Sono venuti dei vostri parlamentari a vederlo e ci hanno chiesto: ‘Ma questo e’ veramente oro?’ Beh, se non ci fidiamo. ‘E chi ci dice che questo non e’ dipinto d’oro?’. Eh, siamo a livelli un po’ cosi’… La Banca d’Italia è una istituzione seria».

In questo video pubblicatosu Facebook c’è la registrazione dell’intervento di Ignazio Visco, che parte nel racconto dell’aneddoto dopo una domanda di Carla Ruocco, oggi componente del direttorio del MoVimento 5 Stelle.

 

Si tratta di un tesoro da 2.400 tonnellate, per un valore che oscilla tra gli 80 e i 90 miliardi di euro. Meno della metà è conservato nel caveau di Palazzo Koch a Roma, mentre la maggior parte è suddiviso tra gli Stati Uniti, i sotterranei della Banca d’Inghilterra a Londra e quelli della Banca dei Regolamenti Internazionali a Basilea. Metterci le mani non è stata solo un’idea del centrodestra o grillina, ricorda Francesco La Spina:

Romano Prodi desiderava aprire un «dibattito serio» sulla cosa, il suo ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, disse chiaro e tondo che l’uso delle riserve «non può essere un tabù». Come passa il tempo: un leghista come Roberto Calderoli si chiese se il governo agisse «per malafede o per ignoranza».

EDIT: “Mai sentito parlar né in Consiglio dei ministri né in altre sedi politiche di mettere le mani sull’oro di Banca d’Italia”, ha detto il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio nel corso di un’intervista a Radio Capital. “Non credo che in questo momento nessuno di noi abbia intenzione di andare a toccare Banca d’Italia”.

EDIT2: “Borghi non dice di vendere l’oro. Borghi dice una cosa molto piu’ seria. Borghi chiede di sapere quell’oro di chi è. E quando ha fatto questa domanda i vertici di Bankitalia hanno risposto che devono chiederlo alla Banca Centrale Europea. E questo è gravissimo. Perché è evidente che quell’oro è l’oro della Banca d’Italia e dello Stato italiano”. Questa la risposta di Riccardo Molinari, parlamentare e capogruppo della Lega alla Camera, ad Agorà Rai Tre.

EDIT3: Le riserve auree “nessuno mette in dubbio che sono di proprieta’ delle banche centrali e del sistema delle banche centrali, servono ad assicurare la stabilita’ della moneta”. Lo dice Angelo De Mattia, una lunga carriera alla Banca d’Italia, che ricorda “quando con Berlusconi, l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti ipotizzo’ di utilizzare le riserve. Ci fu un intervento della Bce che impose drasticamente limitazioni tassative addirittura sull’utilizzo del plus-valore e neanche degli stock. Ci sono stati nel tempo moltissimi tentativi, andati tutti a vuoto per l’impedimento giuridico, istituzionale e politico”, ha detto De Mattia a Radio 24, esprimendosi sull’ipotesi che Governo, secondo indiscrezioni di stampa, guardi all’uso delle riserve auree di Bankitalia.

Leggi sull’argomento: Lo schiaffo preso dal M5S in Abruzzo

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