Autocertificazione 4 maggio: il nuovo modulo del ministero dell’Interno (ma si può usare il vecchio)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-05-04

Sul sito del Viminale è disponibile il nuovo modulo autocertificazione per gli spostamenti utilizzabile da oggi 4 maggio. Può comunque essere ancora utilizzato il precedente modello barrando le voci non più attuali

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Sul sito del Viminale è disponibile il nuovo modulo autocertificazione per gli spostamenti utilizzabile da oggi. Può comunque essere ancora utilizzato il precedente modello barrando le voci non più attuali. L’autodichiarazione, spiega il ministero, è in possesso degli operatori di polizia e può essere compilata al momento del controllo.

Il nuovo modulo autocertificazione spostamenti (ma si può usare il vecchio)

Il nuovo modulo è disponibile sul sito del ministero dell’interno cliccando su questo link. La nuova autodichiarazione è in possesso degli operatori di polizia e può essere compilata al momento del controllo. Nella direttiva inviata dal Viminale ai prefetti sulle nuove misure per la fase 2 in vigore da oggi e fino al 17 maggio non viene citato espressamente il modulo di autocertificazione da esibire al momento dei controlli ma l’autocertificazione puo’ comunque essere richiesta dalle forze di polizia. In particolare, “le circostanze giustificative di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, possono essere fomite nelle forme e con le modalità consentite”. “La giustificazione del motivo di lavoro”, spiega la circolare, “può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata”.

modulo autocertificazione spostamenti 1

Nel nuovo modulo il cittadino deve dichiarare di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio vigenti, sia nazionali che regionali. Sono quindi riportati le quattro motivazioni che possono determinare lo spostamento: comprovate esigenze lavorative; assoluta urgenza; situazione di necessità; motivi di salute. Si lasciano poi sei righe in bianco in cui il cittadino può specificare la ragione dello spostamento. Resta comunque valida, per chi l’ha stampata, la vecchia versione. Basta barrare le parti non attuali che sono indicate sul modello presente sul sito del ministero.

modulo autocertificazione spostamenti 1

Le differenze sono state segnalate dallo stesso Viminale, che ha riportato il vecchio modulo sbarrato:

modulo autocertificazione spostamenti 2

E, come si vede, il “nuovo modulo” fatto girare sabato e ripreso da alcuni siti come ufficiale in realtà era un falso:

falso modulo autocertificazione fase 2 congiunti

Il nuovo modulo autocertificazione e i congiunti

Luciana Lamorgese ha parlato della direttiva del Viminale in un’intervista a La Stampa:

«L’autodichiarazione è uno strumento che tutela anche in questa seconda fase dell’emergenza sanitaria lo stesso cittadino sottoposto a controllo. Serve, tra l’altro, a dichiarare che non si sta violando la quarantena. Per questo non deve essere vissuta come un inutile adempimento burocratico. Comunque, per velocizzare le procedure, coloro che vanno a lavorare potranno giustificare lo spostamento esibendo la documentazione fornita dal datore di lavoro».

Entrare nella Fase 2 significa per milioni di italiani il ritorno al lavoro. Chi controllerà che nelle aziende siano rispettati i protocolli sanitari?
«Siamo in una nuova fase in cui l’esigenza di sicurezza sanitaria si deve coniugare obbligatoriamente con i ritmi della ripresa economica. È stata dunque eliminata ogni forma di comunicazione preventiva da parte delle aziende ai prefetti, che ora saranno impegnati soprattutto nel coordinamento dei controlli sull’osservanza delle prescrizioni contenute nei protocolli di sicurezza negli ambienti di lavoro: in questa delicata attività, verrà coinvolto il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, l’Ispettorato nazionale del lavoro, il Comando carabinieri per la tutela del lavoro e delle aziende sanitarie locali. Non c’è dubbio che far rispettare le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, concordate tra imprenditori e sindacati, costituisca una sfida per la tutela della salute non solo dei lavoratori ma anche delle loro famiglie».

C’è molta discussione sul termine «congiunti». E un termine vago. La circolare che il ministero ha diramato ai prefetti cita una sentenza della Cassazione del 2014 che sdoganava le «relazioni connotate da duratura e significativa comunanza di vita e di affetti». Che vuol dire?
«Il ministero dell’Interno ha dato indicazioni ai prefetti sulla definizione di “congiunti” ribadendo l’interpretazione della presidenza del Consiglio dei ministri. In riferimento alle persone con uno stabile legame affettivo, si richiama appunto quanto già stabilito in sede giurisprudenziale».

Molti sono delusi perché non è ancora possibile spostarsi nelle seconde case.
«È così, non è ancora possibile: questo tipo di spostamento non può essere considerato una necessità. Soltanto nel caso di indifferibili esigenze di manutenzione si possono raggiungere le seconde case, ma solo per il tempo necessario».

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Il nuovo modello, rispetto al precedente, contiene le 4 motivazioni che giustificano lo spostamento (comprovate esigenze lavorative; assoluta urgenza; situazione di necessità; motivi di salute) e sei righe in bianco che il cittadino può riempire precisando la ragione dello spostamento. Resta comunque valida, per chi l’ha stampata, la vecchia versione. Basta barrare le parti non attuali che sono indicate sul modello presente sul sito. Sulla questione congiunti, dopo i chiarimenti nelle ‘Faq’ di ieri del Governo, il Viminale cita una sentenza della Cassazione del 2014 – di cui avevamo parlato il 27 aprile – in cui la definizione viene allargata alle “relazioni connotate da ‘duratura e significativa comunanza di vita e di affetti'”. Il pronunciamento della Corte era in merito alla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla fidanzata di una vittima di incidente stradale. L’ultimo Dpcm consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza ma, precisa la circolare, una volta rientrati, “non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della regione in cui ci si trova”, a meno che non ci siano “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.

prossimi congiunti fidanzato

Via libera poi alla ripresa degli allenamenti per gli sport di squadra, sempre però “nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”. Non sarà inoltre più obbligatorio l’invio ai prefetti delle richieste di autorizzazione o la comunicazione preventiva per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Ci saranno però controlli per “garantire la sicurezza dei lavoratori” ed “assicurare idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro”. Da oggi, dunque, occhi puntati sul comportamento degli italiani e sulla curva dei contagi nelle prossime due settimane. “Sicuramente – osserva Speranza – il primo passaggio è quello del 18 maggio. Poi ci saranno altre scadenze, però noi vogliamo accelerare il più possibile ed il metodo di monitoraggio che abbiamo costruito sulle regioni ci consentirà anche di differenziare perchè io credo che a un certo punto sia giusto immaginare di aprire di più i territori che sono più pronti e di avere più cautela in territori meno pronti”.

Leggi anche: La direttiva del ministero dell’Interno sulla fase 2 dal 4 maggio

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