Il TMB e gli aumenti della TARI per Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-12

Si parla di una cifra che va dai 30 ai 50 euro in più a causa dell’emergenza che nascerà dall’inutilizzabilità del TMB

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Da 30 a 50 euro in più per una tariffa rifiuti che è già tra le più alte d’Italia. L’effetto immediato dell’incendio al TMB Nuovo Salario potrebbe essere questo. Nel 2018 una famiglia media della Capitale, formata da quattro persone con una casa di 80 metri quadri ed un reddito Isee di poco meno di 18 mila euro, ha ricevuto bollette per un totale superiore ai 300 euro. Adesso potrebbero aumentare perché Roma dovrà smaltire rifiuti facendo a meno dell’impianto di trattamento meccanico biologico e quindi non le resterà che portarli in altre regioni e pagare il corrispettivo per lo smaltimento. «Sì, c’è questa possibilità, molto onestamente va detto – ammette Virginia Raggi – potremmo essere costretti, se qualcuno ora si approfitterà della nostra necessità»: quello che la prima cittadina non ha voglia di dire è che lo stato di necessità si trascina da anni perché tutti i sindaci eletti in questi anni, lei compresa, non hanno mai voluto risolvere le questioni a monte, ovvero gli impianti da costruire per superare l’emergenza rifiuti, perché costano voti. Spiega oggi Il Messaggero:

I cittadini di Roma  continuano quindi, a pagare mediamente meno Tari dei napoletani, ma molto più di milanesi, torinesi, palermitani e bolognesi. Per non parlare degli abitanti di Belluno, ai quali il servizio di pulizia della città e smaltimento dei rifiuti (probabilmente molto più efficiente) costa meno della metà di quello della Capitale.

Ciò nonostante una tendenza che, come detto da qualche anno vede la tariffa ridursi anno dopo anno. L’ultimo rincaro risale al 2014: quando l’amministrazione di Ignazio Marino, dopo aver lasciato l’imposta invariata l’anno precedente, ha applicato un aumento del 4 per cento della tariffa.

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La TARI a Roma e nelle altre città (Il Messaggero, 21 marzo 2018)

La stessa giunta di centrosinistra, però, nel 2015 ha invertito la rotta, riducendo la Tari dell’1,5 per cento e ponendo le premesse per una successiva discesa. Tanto che l’anno successivo, nella manovra firmata dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, viene inserita un’ulteriore riduzione del 2 per cento.

Con l’amministrazione a Cinque stelle la Tari è ancora scesa, per due bilanci consecutivi: meno 1,59 per cento nel 2017 e meno 0,73 quest’anno. Nel piano finanziario dell’Ama, una delle delibere collegate al bilancio di previsione 2019 del Comune, la giunta capitolina ha però fissato in 786.978.154 euro «i costi per il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani e dei servizi di igiene urbana della città di Roma».

Leggi sull’argomento: Virginia Raggi e il disastro annunciato del TMB Nuovo Salario

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