Le due “curiose” affermazioni di Attilio Fontana in consiglio sui camici di Regione Lombardia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-27

Due frasi molto importanti nella lacunosa autodifesa del presidente di Regione Lombardia sulla vicenda delle forniture dell’azienda del cognato Dama SPA: vediamole

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Ci sono due affermazioni interessanti che Attilio Fontana ha fatto oggi nel Consiglio Regionale della Lombardia oggi, 27 luglio, mentre parlava della vicenda dei camici prima venduti e poi donati da Dama SPA, ditta del cognato Andrea Dini in cui ha una partecipazione la moglie Roberta. Fontana infatti ha detto oggi: “Dei rapporti negoziali a titolo oneroso tra Dama e Aria non ho saputo fino al 12 maggio scorso. Sono tutt’ora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto ma ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni”.

Come le affermazioni di Fontana oggi sui camici “donati” a Regione Lombardia sono diverse da quelle di qualche tempo fa

Ora, tutti ricordano che il 7 giugno scorso Fontana ha inviato una nota alle agenzie di stampa in cui annunciava querele per il Fatto Quotidiano e per Report. E la nota diceva: “”Si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste. “Agli inviati della trasmissione televisiva ‘Report’ avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da Aria spa e che non sono mai intervenuto in alcun modo – afferma il governatore. Oggi il titolo di prima pagina del ‘Fatto’ e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie e invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente, proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento”. Ora, voi avrete notato che è evidentemente falso che non sapesse nulla della procedura e che non sia intervenuto in alcun modo se è vero quello che ha detto oggi, ovvero che sapeva dal 12 maggio e che è intervenuto. Altrimenti è falso quello che ha detto oggi. In più, il Corriere della Sera ha invece scritto:

Il presidente ha saputo invece sin dall’inizio dell’avviato rapporto commerciale tra cognato-fornitore e Regione-acquirente, in violazione del «Patto di integrità» anti-conflitti di interesse: e lo ha saputo — senza fare salti di gioia, ma nemmeno senza dare indicazione che l’inopportuno affare fosse bloccato — perché a informarlo da subito fu uno degli uomini a lui più vicini: il suo assessore Raffaele Cattaneo, capo dell’unità di emergenza che cercava ovunque camici.

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E allora è anche evidente che o mente il Corriere della Sera che ha scritto di Cattaneo senza che Cattaneo abbia smentito il quotidiano, o ha mentito Fontana.

Fontana si sconta 25mila camici

C’è poi un’altra affermazione “curiosa” di Attilio Fontana sulla vicenda ed è quella che è arrivata pochi secondi dopo: “Resto convinto si sia trattato di un negozio corretto. Le critiche al mio operato sono doverose e legittime, ma non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei famigliari – ha concluso tra gli applausi della maggioranza- e resta il fatto che la Regione non ha speso un euro per quei 50 mila camici“. Ora, tutti invece ricordano  che invece i camici da fornire (anzi, “donare”…) erano 75mila. E allora come mai Fontana si è scontato 25mila camici?

Ebbene, non a caso Fontana ha parlato di 50mila camici e non di 75mila camici. Perché Dama SPA era talmente felice di donarli a Regione Lombardia che ha evitato di completare la fornitura fino ad oggi. Eppure proprio Fontana ha parlato di 75mila camici:

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Cosa è successo? È successo che dopo aver capito che i camici non sarebbero stati pagati, Dama SPA ha evitato di completare la fornitura e ha cercato di vendere gli altri 25mila camici ad altri clienti, non riuscendovi. Questo può aiutare a fornire un quadro più esauriente della vicenda dal punto di vista storico, a prescindere dalle responsabilità penali che andranno accertate, sulla generosità di cui stiamo parlando da qualche tempo. E ovviamente su questa curiosa vicenda di donazioni poi ritratte putroppo Fontana non ha detto nulla. Così come non ha detto nulla sul tentativo di bonificare 250mila euro da un conto svizzero fatto emergere dallo stesso Fontana con voluntary disclosure nel 2015.

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La dichiarazione di Fontana sul sito di Regione Lombardia

Purtroppo su questo Fontana non ha ritenuto di fornire spiegazioni.

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