ATAC, il concordato preventivo e le possibili conseguenze

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-02

Ieri ATAC e la sindaca di Roma Virginia Raggi hanno annunciato che l’azienda proporrà al tribunale la via del concordato preventivo in continuità per salvarsi dai debiti. Proprio l’altroieri un’azienda fornitrice di carburante ha portato davanti al tribunale un’istanza di fallimento nei confronti della partecipata del Campidoglio. Ma cosa può andare storto nel concordato preventivo per …

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Ieri ATAC e la sindaca di Roma Virginia Raggi hanno annunciato che l’azienda proporrà al tribunale la via del concordato preventivo in continuità per salvarsi dai debiti. Proprio l’altroieri un’azienda fornitrice di carburante ha portato davanti al tribunale un’istanza di fallimento nei confronti della partecipata del Campidoglio. Ma cosa può andare storto nel concordato preventivo per ATAC? In primo luogo ci sono da registrare gli avvertimenti di Andrea Mazzillo, che proprio ieri è stato “beccato” in un incontro segreto con alcuni sindacalisti ATAC: «Si rischia di passare dal commissariamento di Atac a quello del Comune», disse l’ormai ex assessore al bilancio.

conti comune roma
Le cifre del dissesto in ATAC e nel bilancio del Comune (Il Messaggero, 25 agosto 2017)

Anche perché proprio in questi giorni devono essere “conciliati”, tra la municipalizzata e il Campidoglio, centinaia di milioni di euro di debiti e crediti mai riconosciuti ma iscritti nei rispettivi bilanci. Tutto entro il 30 settembre, quando per la prima volta va approvato il “bilancio consolidato”, il documento che tiene insieme il bilancio del Comune e quello delle sue partecipate. E non possono esserci contenziosi in atto tra le parti. La richiesta di concordato in bianco, una volta presentata al Tribunale, deve essere approvata dalla maggioranza dei creditori di Atac,che verranno divisi in classi diverse, con priorità diverse per il recupero dei crediti. Il via libera dei creditori, però, non è scontato.
andrea mazzillo in onda 2
I debiti di ATAC (In Onda, 24 agosto 2017)

Il controllo del tribunale, però, come spiega Sara Menafra sul Messaggero, è un’arma a doppio taglio: nel 2013, quando la nuova formula era stata battezzata da poco e la crisi trascinava migliaia di aziende in tribunale, il Cerved rivelò che la metà di quei piani di rientro si risolveva comunque con un fallimento. «I numeri non sono cambiati se non di alcuni decimali», conferma un esperto del settore fallimenti. Andrea Palazzolo, docente di Diritto delle società alla facoltà di Giurisprudenza della Luiss e coordinatore del master in Diritto d’impresa, dice a Repubblica Roma: «Non è detto che servirà a salvare l’azienda dal baratro». . «Trascorsi i 120 giorni – prosegue il docente – l’Atac dovrà presentare al giudice il piano in base al quale indicherà quando e quanto pagherà i singoli creditori». «Se il voto sarà favorevole, l’Atac dovrà corrispondere ai creditori almeno il venti per cento del debito – spiega Palazzolo – un importo elevato, a cui si aggiungono le cifre dei creditori privilegiati».
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I conti di ATAC (Il Messaggero, 13 agosto 2017)

Insomma, spiega il Corriere Roma, una strettoia che dovrà soprattutto raccogliere il consenso dei creditori (oltre 1.000 soggetti, 350 milioni di debiti) che giocheranno un ruolo cruciale nel definire il buon esito della partita accettando o meno le condizioni di «rimborso» proposte. Tra gli altri, Trenitalia e Cotral – che reclamano rispettivamente 21 e 62 milioni di euro di incassi dei biglietti Metrebus non corrisposti da ATAC avevano già imboccato la strada del decreto ingiuntivo, accolto dal giudice nel caso di Cotral.

Leggi sull’argomento: Cosa succede con il concordato preventivo ad ATAC

 

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