ATAC: cosa succede con il concordato preventivo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-01

Virginia Raggi annuncia la procedura per la municipalizzata dei trasporti romani sommersa dai debiti. Come funziona il concordato preventivo e cosa può andare storto

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ATAC ha deciso: il consiglio di amministrazione della municipalizzata ha comunicato che sarà il concordato preventivo in continuità la soluzione per i conti disastrati. Il concordato preventivo cercherà un accordo con i creditori sotto l’egida del tribunale. La decisione è stata ratificata dalla sindaca Virginia Raggi con un post su Facebook

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Il post di Virginia Raggi che annuncia il concordato preventivo per ATAC

ATAC: cosa succede con il concordato preventivo

La decisione arriva dopo che oggi è stata annunciata l’apertura di un’istanza di fallimento nei confronti dell’azienda da parte di un creditore, ovvero uno dei fornitori di carburante che vanta un credito a sei zeri dalla municipalizzata. Cosa succede con il concordato preventivo in continuità? L’azienda in questo momento ha 1,38 miliardi di debito accumulato e nel bilancio 2015 ha chiuso con un passivo di 79 milioni (quello del 2016 non è stato ancora licenziato), 141 milioni di euro aveva perso nel 2014 mentre il totale dei debiti con i fornitori dovrebbe ammontare a circa 325 milioni.

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I numeri di ATAC (Il Messaggero, 31 agosto 2017)

Con il concordato preventivo in continuità si dovrebbe tutelare sia l’azienda sia il suo creditore. Il debitore paralizza ogni possibile azione esecutiva nei suoi confronti mantenendo l’amministrazione dell’impresa (con limiti) mentre i creditori possono ricevere soddisfazione del proprio debito evitando i tempi lunghi del fallimento. Con il concordato preventivo il tribunale autorizza qualsiasi atto e approva un piano di rientro: la gestione dell’azienda diviene puramente contabile e in alternativa c’è il fallimento. Sarà il commissario a decidere cosa fare degli attivi e come verranno soddisfatti i creditori. Se i creditori rimanessero insoddisfatti potrebbero chiedere il fallimento dell’azienda. Il Cda ha affidato l’incarico di advisor finanziario e industriale alla società Ernst & Young, di supporto alla procedura di soluzione della crisi. Il vantaggio principale del concordato rispetto al fallimento è che il commissario che gestisce il concordato viene nominato dall’azienda. Il tribunale alla fine omologa il risultato ma ha un ruolo molto più marginale, lasciando alle parti molta più libertà di azioni.

«ATAC deve rimanere pubblica»

Cosa può andare storto nel concordato preventivo? In sintesi, nel concordato è prevista la possibilità che i creditori vengano divisi in classi; è quindi necessario garantire il 100% del loro credito ai privilegiati (dipendenti, professionisti, debiti tributari e previdenziali). Gli altri creditori devono accettare un taglio del proprio credito; ma il primo problema è che tra i creditori di ATAC c’è anche il Comune di Roma, che così potrebbe trovare difficoltà a chiudere il bilancio. Il rischio del danno erariale c’è. In più, ai fini delle maggioranze necessarie per l’approvazione del concordato, si prevede la necessità che: “Ove siano previste diverse classi di creditori, il concordato è approvato se tale maggioranza si verifica inoltre nel maggior numero di classi”. Quindi bisogna raggiungere questa maggioranza: se il concordato salta scatta la procedura di fallimento.

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Le inchieste su ATAC

Nel suo intervento su Facebook la Raggi non ha fornito particolari sulla procedura. Ha invece spinto sul fatto che l’azienda debba rimanere pubblica: “Abbiamo un obiettivo chiaro: Atac deve rimanere pubblica, deve rimanere dei cittadini e non finire nelle mani di privati che puntano esclusivamente a fare cassa sulle spalle dei romani e dei dipendenti. Sull’azienda ci sono le mire di chi la vuole a tutti i costi privatizzare e vuole dividersi le spoglie. I privati puntano a creare linee di serie A e linee di serie B; a fare profitto”.

Il concordato preventivo per ATAC 

Variegate le reazioni alla decisione di Virginia Raggi. Per Federica Tiezzi, presidente dei revisori dei conti di Roma Capitale, “se il Comune, con il concordato preventivo di ATAC, dovesse essere costretto a svalutare i crediti che vanta verso la sua partecipata, l’impatto sul bilancio di Roma sarebbe pesantissimo”. Orsa, Tpl Lazio, Faisa-Confail Sul ct, Utl e Fast-Confsal hanno proclamato uno sciopero dalle 8:30 alle 12:30 per martedì 12 settembre. Lo stop di quattro ore, spiegano in un comunicato, è per contestare Il concordato preventivo, che “metterebbe a serio rischio livelli occupazionali, diritti salariali e normativi dei lavoratori”. I sindacati sottolineano anche “la totale assenza di interlocuzione da parte dell’assessorato della Città in movimento e della governance aziendale con le rappresentanze del lavoratori, unici a non venir ascoltati su una questione da cui dipende il loro prossimo futuro”. Il sindacato Cambia-Menti di Micaela Quintavalle ha invece annunciato il suo giudizio favorevole.

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Le cifre del dissesto in ATAC e nel bilancio del Comune (Il Messaggero, 25 agosto 2017)

Anche Stefano Fassina, deputato Sinistra italiana e consigliere Sinistra per Roma, è in disaccordo: “Il bilancio del 2015, l’ultimo approvato – sostiene – indica un debito di 1 miliardo e 350 milioni a fronte di crediti per 1 miliardo e 266 milioni verso la Regione Lazio (quasi 650 milioni), in particolare della ex Giunta Polverini, e verso il Comune di Roma (381 milioni). La Giunta Raggi ha perso un anno di tempo con una girandola di amministratori, prima nominati e poi rimossi senza alcuna spiegazione. Portare ATAC al fallimento è una scelta politica della Giunta Raggi. Poteva essere evitata con una coraggiosa e radicale riorganizzazione. Cosa succederà se, come previsto dalla legge, una parte dei creditori chiederà il fallimento di ATAC? A chi darà la colpa la sindaca? Quali saranno le conseguenze sul bilancio comunale?”. Maurizio Leo, ex assessore al Bilancio di Roma nella giunta Alemanno, segnala lo stesso problema che potrebbe aprirsi sul bilancio qui spiegato e illustrato anche dall’ex Mazzillo: “Questo potrebbe comportare una riduzione del credito che ha il Comune nei confronti di Atac; si verrebbe così a creare uno squilibrio dei conti con un rischio default per il Comune” afferma all’Adnkronos . “Hanno visto bene i dati del bilancio del Comune? Il Comune ha crediti importanti nei confronti di Atac. Nel momento in cui si decide il concordato parte un iter che porta alla falcidia dei crediti che i soggetti creditori, e nel caso di specie anche il Comune di Roma, vantano verso la società”.

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