L’autocandidatura di Antonio Maria Rinaldi alla Consob

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-09-18

Luigi Di Maio ha detto che il nome del prossimo presidente verrà indicato “molto presto”. Tra i papabili spuntano quelli di Francesco Greco (molto gradito ai 5 Stelle), di Marcello Minenna e del professore antieuro allievo del ministro Savona

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Dopo le dimissioni di Mario Nava dalla presidenza della Consob il governo è alla ricerca di un nome per il suo successore. Il vicepremier Luigi Di Maio ha assicurato che tutto avverrà in tempi brevi e che il nuovo presidente Commissione nazionale per le società e la Borsa sarà nominato “presto, molto presto”. Tra i nomi che hanno iniziato a circolare in questi giorni ci sono quello del capo dei magistrati milanesi Francesco Greco e quello dell’economista allievo del ministro Paolo Savona Antonio Maria Rinaldi, direttore del sito Scenarieconomici.

Chi è Antonio Maria Rinaldi

Ed è proprio la figura di Rinaldi quella che colpisce di più. Il professore (insegna, come molti vicini al governo gialloverde, alla Link Campus University di Roma) che ieri a La 7 ha detto di volersi avvalere “della facoltà di non rispondere” ha poi  confermato all’ANSA di essere stato interpellato a proposito di Consob: «sono stato sondato e ho un ampio gradimento sia tra la base dei 5 Stelle che della Lega», confermando che sarebbe «felicissimo» di guidare l’Authority, ponendosi come «garante del risparmio degli italiani».

http://formiche.net/2014/01/euro-rinaldi-piano-funk/
Qualche giorno fa Antonio Maria Rinaldi ha partecipato alla festa nazionale di Casa Pound a Grosseto

Scenarieconomici.it è da tempo il sito “megafono” dei sovranisti anti-euro dove venne pubblicato il famoso “Piano B” per l’uscita dall’euro e dove scrive anche il sottosegretario alle Politiche Europee Luciano Barra Caracciolo. Rinaldi è anche presidente dell’associazione Riscossa italiana – Diritto ed Economia per la democrazia costituzionale e nel 2016 ha  dato vita al partito sovranista no-euro Alternativa per l’Italia (ALI) al quale aderì convintamente la senatrice ex 5 Stelle Paola De Pin, nota alle cronache per essere una che sostiene qualsiasi ipotesi di complotto, dall’invasione organizzata dei migranti alle bufale sui pericoli delle vaccinazioni obbligatorie, e che ovviamente è a favore dell’uscita dall’euro.

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Rinaldi, così come Savona e Barra Caracciolo, ritiene che esista un piano tedesco per l’UE che prevede di svuotare le istituzioni democratiche per sostituirle con qualcosa d’altro: l’ordoliberismo. Un sistema che mira sostanzialmente a “restaurare” il potere teutonico sul Continente come ai tempi del “piano Funk” elaborato durante il nazismo dal ministro dell’Economia del Terzo Reich. Tra le proposte economiche di Rinaldi c’è quella di vendere 400 miliardi di euro “asset” di proprietà pubblica (ovvero di beni dello Stato) ad una società partecipata da banche, assicurazioni e fondazioni bancarie.

Il curriculum di Antonio Maria Rinaldi

Nel curriculum del futuro presidente della Consob, figlio di Rodolfo Rinaldi già presidente del Banco di Santo Spirito e della BNL prima della cessione ai francesi di BNP Paribas, c’è la direzione della Sofid, la finanziaria dell’ENI. Inoltre nel biennio 1985-1986 Rinaldi ha lavorato in qualità di funzionario nel servizio Borsa della sede Consob di Milano. Insomma, è un professore, un economista e ha pure già lavorato in Consob, allora perché tanti dubbi su Rinaldi? Quelli che stanno dalla sua parte paventano il “veto” di Mattarella. Infatti la procedura di nomina del presidente della Commissione si conclude proprio con un decreto del Presidente della Repubblica che, dicono, potrebbe non arrivare a causa delle sue posizioni sovraniste e antieuro.

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Antonio Maria Rinaldi sarà anche alla festa di Fratelli d’Italia a Roma

In realtà i problemi del profilo di Rinaldi sono altri:  è vero che generalmente il presidente della Consob è sempre venuto dall’esterno della struttura – una “tradizione” che esclude anche un altro nome papabile, quello dell’ex assessore al Bilancio di Roma Marcello Minenna che è dirigente Consob –  ma ci sono alcuni fattori che rendono difficile indicare Rinaldi come presidente e che non hanno nulla a che fare con un eventuale potere di veto di Mattarella (di fatto il decreto presidenziale è solo un atto formale). Le sue posizioni antieuropeiste ad esempio potrebbero essere un problema perché a livello europeo si sta discutendo se assegnare all’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) compiti di supervisione sulle imprese di investimento e la stessa Esma sta ha promosso la convergenza delle attività di vigilanza nell’Unione su alcuni settori di investimenti finanziari. E ancora: la quasi totalità delle norme e regole che la Consob deve far rispettare dagli intermediari sono di origine europea. Direttive già recepite nell’ordinamento, regolamenti applicativi già in vigore, standard tecnici e linee guida Esma. Ormai la regolamentazione Consob richiama direttamente le norme europee che sono di massima armonizzazione. Rinaldi ha davvero il curriculum giusto per presiedere la Consob in questa fase storica?

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