Come Marino: la caduta del sindaco M5S di Nettuno Angelo Casto dal notaio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-03

«Il M5S è una forza sana, con dei principi solidi, ma soprattutto è una forza politica coerente e ritiene che la sfiducia verso un presidente debba avvenire, sempre, all’interno di una cornice democratica, dunque nel quadro di un dibattito trasparente nell’aula consiliare», diceva qualche tempo fa Roberta Lombardi, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Regione …

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«Il M5S è una forza sana, con dei principi solidi, ma soprattutto è una forza politica coerente e ritiene che la sfiducia verso un presidente debba avvenire, sempre, all’interno di una cornice democratica, dunque nel quadro di un dibattito trasparente nell’aula consiliare», diceva qualche tempo fa Roberta Lombardi, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Regione Lazio. Già a Roma, nel 2015, nonostante la nostra forte richiesta di dimissioni nei confronti dell’ex sindaco Marino, ci rifiutammo di andare a firmare le dimissioni dal notaio insieme agli altri consiglieri del Partito Democratico. Quel tipo di metodo non ci appartiene», precisava la Lombardi. E infatti oggi il sindaco di Nettuno Angelo Casto ha visto la caduta del suo consiglio comunale grazie alle dimissioni date dal notaio dai consiglieri dell’opposizione e da quattro consiglieri del MoVimento 5 Stelle.

roberta lombardi

Il documento è stato siglato da Daniela De Luca, Giuseppe Nigro, Simonetta Petroni e Marco Montani per il gruppo consiliare grillino e da Claudio Dell’Uomo, Carlo Eufemi, Maria Antonietta Caponi, Enrica Vaccari, Fabrizio Tomei, Genesio D’Angeli, Rodolfo Turano, Giacomo Menghini e Lorenza Alessandrini per l’opposizione. Nei mesi scorsi si erano dimessi cinque assessori dopo un atto di sfiducia di dieci consiglieri grillini nei confronti di alcuni di loro. Angelo Casto aveva tentato di rimettere assieme i cocci ma evidentemente non è riuscito a proporre una sintesi politica digeribile.

angelo casto

“Non abbiamo avuto risposte scritte e pubbliche sui gravi fatti non di natura interna, che abbiamo più volte contestato, non si tratta di pretestuose polemiche ma di gravi accadimenti amministrativi che vedono il coinvolgimento degli organi di polizia giudiziaria con altrettanti filoni di indagine”, hanno detto i quattro consiglieri in una dichiarazione rilasciata a Il Clandestino Giornale. “Consapevoli delle regole e dei valori del M5S, che abbiamo più volte ribadito per iscritto, non ci resta che seguire il consiglio dell’onorevole Bonafede, responsabile degli enti locali M5S Lazio, ovvero rassegnare le nostre irrevocabili dimissioni da consiglieri comunali, nella assoluta certezza che abbiamo sempre operato nell’interesse esclusivo dei cittadini, così come questo ultimo nostro atto di responsabilità politica”, hanno concluso. Il fatto che i consiglieri abbiano citato Bonafede fa pensare a una conoscenza della decisione da parte dei vertici grillini.

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