Fact checking
Grosso guaio per Angela Merkel
neXtQuotidiano 19/06/2018
Il ministro dell’Interno Seehofer va alla guerra contro la cancelliera facendo leva sull’immigrazione e sui sondaggi. E lei comincia a vedere a rischio il posto di cancelliera
Ci mancava solo Donald Trump a cercare di mettere in difficoltà Angela Merkel nel fronte che si sta aprendo con il ministro dell’Interno Horst Seehofer sull’immigrazione e che sta coinvolgendo i rapporti tra la CDU e la CSU, i due partiti gemelli non più tanto amici dall’epoca del varo dell’ultimo governo di Grande Coalizione con la SPD.
Grosso guaio per Angela Merkel
Il presidente degli Stati Uniti ha usato Twitter per attaccare la leadership tedesca parlando di “ribellione del popolo” nei confronti delle migrazioni e di crimine in aumento nel paese a causa dei milioni di migranti ospitati dalla Germania. Una fake news di quelle a cui ci ha abituato The Donald, visto che la criminalità in Germania è ai tassi minori degli ultimi trent’anni e la cancelliera gode ancora di un’ampia approvazione e popolarità nei sondaggi.
Ma se The Donald è solo folklore, Seehofer non scherza per niente. La settimana scorsa la Bild aveva pubblicato la notizia di una CSU pronta a creare un gruppo parlamentare autonomo nel Bundestag, certificando così un divorzio mai così vicino. I mercati avevano reagito punendo severamente l’euro prima della smentita che ha chetato le acque ma non ha certo risolto i problemi politici tra i due partiti.
Horst Seehofer e Angela Merkel
Problemi che paiono oggi molto lontani da una soluzione. Racconta oggi Tonia Mastrobuoni su Repubblica che Seehofer si è fatto dare ieri un mandato unanime dalla Csu per il suo masterplan sui migranti che prevede un respingimento automatico ai confini per chi è già registrato in altri paesi europei.
Per ora, ha sospeso l’applicazione di quel piano per due settimane, finché Merkel non avrà terminato la sua fase di negoziazione sulla questione dei rifugiati in Europa. Così, in due conferenze stampa separate, i due leader dei partiti tradizionalmente alleati, hanno raccontato la tregua verso l’ora di pranzo. «Nessun automatismo» sui rimpatri, ha rivendicato per sé Merkel, lasciando intendere di voler far valere questo suo principio finora ritenuto intoccabile anche dopo il primo luglio, quando la leader Cdu presenterà i risultati del Consiglio Ue al partito.
E quando Seehofer la aspetterà al varco per decidere, al contrario, se cominciare a fermare i profughi che arriveranno al confine tedesco essendo già registrati in Grecia o in Italia in base agli accordi di Schengen.
E così mentre ieri il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte illustrava il suo piano per i fondi europei e per il reddito di cittadinanza e il ministro Centinaio confermava le sanzioni alla Russia per la Crimea, l’ex governatore della Baviera ragionava attorno alla possibilità di sferrare l’attacco decisivo alla leadership di Angela visto che il gruppo Cdu/Csu è scivolato al 30% negli ultimi sondaggi a causa della litigiosità dei suoi leader e il 71% dei bavaresi è a favore di una rottura tra Cdu e Csu, se Seehofer non dovesse ottenere quanto richiesto.