Perché il governo Lega-M5S ha confermato le sanzioni alla Russia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-19

Ieri l’esecutivo non si è opposto alle sanzioni economiche che riguardano la Crimea e Sebastopoli. Ma l’intenzione di Conte è di giocarsi la carta alla fine del mese. Incrociandola con il dossier sull’immigrazione

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il G7 si era presentato chiedendo lo stop alle sanzioni nei confronti della Russia ma poi nel comunicato finale si era allineato agli altri leader europei sulla necessità di confermarle. Ieri il Consiglio dell’Unione Europea, dove l’Italia era rappresentata dal ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, ha ufficialmente prorogato le sanzioni nei confronti di Mosca. E ovviamente si è subito pensato alla differenza storica tra chiacchiere e fatti, replicata anche dall’esecutivo di Salvini e Di Maio.

Perché il governo Lega-M5S ha confermato le sanzioni alla Russia

Non è però questa l’intenzione del governo italiano.  Il ministro Centinaio, raggiunto dal Giornale d’Italia di Francesco Storace, ha detto: “Le misure si limitano alla Crimea e colpiscono l’annessione illegale della penisola, che nessuno mette in discussione. La Russia non c’entra nulla, parliamo della Crimea”. Ora, non sarà però sfuggito a Centinaio che attualmente la Crimea e Sebastopoli fanno parte della Russia. È vero che la decisione preparata nelle scorse settimane dai diplomatici dei Ventotto è stata formalizzata ieri nel silenzio dell’Italia gialloverde, smentendo il contratto di governo che impegna Lega e M5S a levare le restrizioni economiche contro Putin. Da parte di Roma nessun veto, nessun blocco.

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Ma, spiega oggi Alberto D’Argenio su Repubblica, nei prossimi giorni la posizione penta-leghista potrebbe ancora cambiare:

A fine luglio scadono altre sanzioni, quelle che danneggiano realmente l’economia russa e gli oligarchi vicini al Cremlino: nel governo sta prendendo piede l’idea di minacciare un veto alla conferma di queste misure per ottenere concessioni sui migranti. Un modo per mettere i partner Ue con le spalle al muro durante il decisivo summit del 28 e 29 giugno e ottenere così quote sui rifugiati e hotspot in Africa.

Sulle sanzioni alla Russia si decide a fine giugno

Le sanzioni confermate ieri includono restrizioni al turismo e divieto di investimenti e import dei prodotti che arrivano dalla Crimea e sono le meno dannose per Putin e la Russia. Alla quale danno invece molto più fastidio quelle che colpiscono 150 persone e 30 società responsabili della guerra in Ucraina (scadono il 15 settembre) ma soprattutto quelle del terzo fronte, che colpisce direttamente il governo e l’economia russa, che scadranno il 31 luglio e sono legate al rispetto degli accordi di Minsk da parte del Cremlino.

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Su queste sanzioni si deciderà a fine giugno in un Consiglio Europeo che all’ordine del giorno avrà anche l’Unione bancaria, la riforma dell’Eurozona e quella delle politiche migratorie dell’Unione Europea. L’intenzione del governo è quella di intrecciare il tema dei migranti con quello delle sanzioni, minacciando di porre il veto al rinnovo in caso di soluzione poco soddisfacente sugli sbarchi.

Le intenzioni le svela una fonte governativa prossima a Conte. Spiega che dopo il G7 in Canada, ammonito dai grandi del mondo di non spaccare la Ue sulla Russia, il premier aveva deciso di non mettere il veto alle sanzioni, ma di limitarsi a porre con forza il tema della loro eliminazione senza rompere l’unità europea. Tuttavia tra Palazzo Chigi e Farnesina in queste ore sta prendendo piede l’idea di prendere il dossier russo in ostaggio, di mettere il veto alle sanzioni e non toglierlo fino a quando il summit non avrà preso impegni per aiutare l’Italia sul fronte migranti. Arma da usare come extrema ratio, da brandire solo in caso di gran difficoltà.

Le aperture della Germania e le difficoltà della Merkel con il ministro degli Interni Horst Seehofer potrebbero rendere persino inutile questa arma dal punto di vista diplomatico. Ma per adesso l’intenzione è questa.

Leggi: Cosa c’è di vero nella storia delle sanzioni UE alla Russia che danneggiano l’Italia

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