Alitalia, trattativa in stallo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-25

In agenda rimane l’impegno di un viaggio della cordata guidata da Fs ad Atlanta entro fine mese Ma è venuta meno la “moral suasion” del governo

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La trattativa su Alitalia è in stallo. Un po’ come il governo PD-M5S. Spiega oggi Luca Pagni su Repubblica che  entro fine mese, i rappresentanti della cordata coinvolta nell’ennesimo rilancio di Alitalia dovrebbero vedersi ad Atlanta, sede di Delta Airlines. Oltre ai vertici del colosso americano, ci saranno anche i manager di Fs, Atlantia e gli uomini del ministero del Tesoro. Peccato che a tutt’oggi, a meno di una settimana dalla scadenza, non sia stata fissata la data della trasferta. E molti degli interessati comincino a dubitare che mai avverrà.

«È venuta meno la moral suasion da parte del governo – conferma uno dei consulenti dell’operazione – abbiamo continuato a lavorare tutta l’estate, ma nelle ultime due settimane non si percepisce più l’urgenza di prima». Ma anche al netto della politica, proprio dal tavolo di lavoro emergono problemi che giustificherebbero il rinvio del viaggio negli Stati Uniti a tempi migliori. Detto in poche parole, non si trova la quadra su un piano industriale che preveda un effettivo rilancio della compagnia, il quale non può che passare da impegni precisi di Delta sui voli verso l’America, una delle tratte più redditizie al mondo. Mancano anche impegni sul nodo degli esuberi (si era parlato di una cifra tra 1.700 e 2 mila dipendenti) e la ristrutturazione dei servizi a terra.

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Alla luce di ciò, si capiscono ancora meglio le preoccupazioni espresse solo pochi giorni fa dal sindacato piloti il quale aveva indicato come “punitivi per Alitalia” i recenti accordi che riguardano Blue Skies, la joint venture tra Delta e Air France-Klm di cui a inizio agosto è entrata a far parte anche Virgin Atlantic. Alitalia verrebbe ammessa solo come “associated partner” e non come membro alla pari dell’alleanza. Un ulteriore nodo da sciogliere. Tanto è vero che sia Atlantia che Fs hanno portato al tavolo tutte le loro perplessità: non sarebbe questo il modo per sfruttare le potenzialità dell’alleanza nei due mercati più redditizi, oltre a quello verso l’America anche in direzione degli scali asiatici.

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