Economia
Alitalia, Riccardo Toto in pista contro i Benetton
Alessandro D'Amato 26/04/2019
Il figlio di Carlo, il patron di quella Air One che confluì in Alitalia nel 2008 sotto la regia di Banca Intesa, pronto a rilevare il capitale mancante ed entrare nell’«affare»
Sul tavolo di Alitalia c’è un altro commensale. Che potrebbe, secondo i piani del governo, togliere il posto che a quei Benetton che non avevano molta voglia di occuparlo. Si chiama Riccardo Toto, è il figlio di Carlo, il patron di quella Air One che confluì in Alitalia nel 2008 sotto la regia di Banca Intesa consentendo, con la valutazione di 450 milioni, alla famiglia abruzzese di liberarsi del vettore oberato da 600 milioni di debiti.
Con la nascita della CAI Toto (padre) con 60 milioni era socio della cordata ma anche suo fornitore per gli aerei in leasing di Air One. Tali contratti generarono contenziosi per centinaia di milioni di euro. Nel 2011 Riccardo Toto, figlio del fondatore Carlo, era tornato nel settore aereo rilevando la Livingston che smise di volare nel 2014 e fallì nel 2015. Adesso è pronto a fare il bis con Alitalia, scrive Repubblica, sotto l’attenta regia di Luigi Di Maio:
Il primo contatto concreto c’è stato a fine marzo. Negli Stati Uniti. Durante il viaggio che Luigi Di Maio ha compiuto a New York e Washington. Da quel momento il dialogo è andato sempre più avanti. E ora è a un passo dalla formalizzazione dell’intesa. Il socio italiano in grado di chiudere il cerchio di Alitalia è Riccardo Toto. […]
La trattativa è stata condotta in prima persona dal vicepremier e ministro dello Sviluppo economico. La vicenda della compagnia di bandiera è stata trasformata dal capo politico del Movimento 5 Stelle in una sorta di battaglia personale. Non riuscire a risolvere questa grana equivarrebbe dunque ad una sconfitta personale. Si tratta di una telenovela che ormai somma da anni infinite puntate. Ma perdere la Compagnia di bandiera a un passo dal vero e proprio fallimento sarebbe un colpo all’immagine del governo sovranista gialloverde.
Ecco quindi che Riccardo Toto consente di definire il quadro del futuro assetto azionario, se non dovessero intervenire ostacoli improvvisi — sempre all’ordine del giorno con Alitalia — o ripensamenti. Lo Stato sarebbe di fatto il socio di riferimento, in grado di mantenere il controllo. Le Ferrovie hanno già dato la disponibilità ad acquisire il 30 per cento di Alitalia, il ministero del Tesoro — come ufficializzato nel decreto crescita — entrerebbe con il 15 per cento. L’americana Delta — interessata soprattutto a non perdere le rotte intercontinentali condivise — sarà della partita con un altro 15 per cento. In attesa che finisca come tutte le altre volte. Cioè, male.
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