Economia
Come il governo vuole salvare Alitalia con i soldi delle bollette
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-05-30
Nel Decreto Crescita ci sono delle norme che prevedono la possibilità di utilizzare 650 milioni di euro presenti sui conti della Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA)” per la copertura del prestito a favore della compagnia
L’Autorità dell’Energia (ARERA) ha inviato una segnalazione a Parlamento e governo perché nel Decreto Crescita ci sono delle norme che prevedono la possibilità di utilizzare 650 milioni di euro presenti sui conti della Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA)” per la copertura del prestito a favore della compagnia.
Gli articoli 37 e 50 del decreto crescita, ricorda l’Autorità, prevedono la possibilità di utilizzare 650 milioni di euro presenti sui conti della Cassa per i servizi energetici per la copertura finanziaria della misura in favore della continuità del servizio di Alitalia. Nella segnalazione, l’Authority sottolinea come «le disposizioni, riducendo le disponibilità finanziarie della CSEA ne comprimano i margini di flessibilità, funzionali alle molteplici esigenze di copertura finanziaria degli oneri generali di sistema, inclusa la mitigazione degli effetti per i clienti finali, in caso di forti ed inattese oscillazioni dei costi di generazione o di approvvigionamento.
Ora, va ricordato che attualmente Alitalia costa agli italiani un milione di euro al giorno. La società vola in profondo rosso e brucia sul fronte operativo 330 mila euro al giorno, che sommati ad ammortamenti e interessi sul prestito ponte garantito dallo Stato portano le perdite quotidiane a quota 1,1 milioni: nel dettaglio 1.150.196 euro ogni 24 ore:
Alitalia viaggia ancora controcorrente: il modello di business – concentrato sul breve e medio raggio – non funziona, i prezzi del carburante sono saliti di quasi 100 milioni. E ogni 24 ore di decolli e atterraggi nelle casse della società entrano 8,4 milioni ma ne escono (a livello di perdite nette) circa 9,5. La spunta voce per voce nasconde diverse sorprese.
Il costo degli stipendi del personale ad esempio, contrariamente a quanto si pensi, pesa solo per il 17% delle uscite totali (1,6 milioni al giorno) ed è in linea con quello dei concorrenti. La bolletta più salata è quella del carburante – cifra condizionata dalla variabile indipendente del prezzo del greggio – costato nel 2018 2,2 milioni ogni giorno, 100 mila euro in più rispetto al prezzo del pieno del 2017. Somma che quest’anno dovrebbe essere simile.
Ora a questo si aggiungano i soldi delle bollette per condire il tutto.
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