Alessandro Di Battista: la carta nascosta che il M5S è pronto a giocare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-25

Di Maio è preoccupato per i sondaggi e per i problemi con gli eletti. E allora potrebbe mettere tutto in mano all’ex deputato. Pronto al ritorno

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Il calo continuo nei sondaggi il MoVimento 5 Stelle comincia ad accusarlo. E Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano ci spiega che Luigi Di Maio è pronto a giocare una carta a sorpresa per cambiare la partita:

Però il vicepremier picchia. E promette, come ha fatto giovedì raccontando delle tessere elettroniche in preparazione per il reddito di cittadinanza: il totem su cui scommette quasi tutto, per recuperare in vista delle Europee. Però prima bisognerebbe anche rimettere in assetto la macchina del M5S. Perché i parlamentari non riescono neppure a parlare con il governo: “I sottosegretari non rispondono mai al telefono”.

Uno scollamento palpabile anche tra gli staff dei ministeri e dei gruppi in Parlamento. E poi c’è la linea politica, su cui gli oltre 300 eletti vorrebbero dire talvolta la loro. Da qui nasce la lettera dei 18 malpancisti della Camera, che invocavano “coordinamento e collegialità”.

alessandro di battista animatore

La carta è il ritorno di Di Battista, che potrebbe fare la guerra mediatica per il governo e contro la Lega:

E UNENDO i vari puntini del disagio, si torna al Di Maio che si occupa di tutto. “Ma solo i dossier su Alitalia e Tim toglierebbero il sonno a chiunque” ricorda un big. Così, ecco la squadra di supporto. Nella quale ci sarebbe certamente Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento e dimaiano doc. E in cui potrebbe rientrare anche Max Bugani, vicecapo della segreteria di Di Maio a Chigi, e membro dell’associazione Rousseau.

Ma la carta coperta è sempre lui, Di Battista. Per cui l’ipotesi di un’entrata al governo si è fatta difficile, nel gioco dei veti incrociati. E allora l’ex deputato potrebbe tornare prezioso altrove. Come regista e volto della comunicazione, e come mastice con gli eletti. Utile, eccome, anche per controbilanciare il peso mediatico del contraente Salvini. Insomma, l’ingrediente che serve, al Di Maio che è abituato a stare solo. Ma che ha bisogno di compagnia, lassù.

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