Economia
L’esperto di pensioni della Lega boccia la riforma delle pensioni della Lega
neXtQuotidiano 14/12/2018
Alberto Brambilla, in pole per sostituire Boeri all’INPS, fa a pezzi quota 100
Il rischio che i tre anni di meccanismo scatenino una corsa alla pensione. E quello, conseguenziale, delle finestre da rimandare di volta in volta. Alberto Brambilla, esperto di pensioni della Lega, in un’intervista al Corriere della Sera fa a pezzi Quota 100:
«C’è il rischio che prevedere questo meccanismo solo per tre anni scateni una corsa alle domande perché oggi le regole sono queste, domani chissà. Ma nel 2019 ci si dovrebbe stare. Solo a patto di introdurre una serie di paletti per rallentare le uscite, come le finestre di tre mesi, e per sfoltire le domande, come il divieto di cumulo. Non proprio il massimo».
In che senso?
«In nessun Paese civile ci sono le finestre, perché quando maturi i requisiti per andare in pensione è giusto che la pensione ti venga data subito. Stesso discorso per il divieto di cumulo perché non puoi dire a chi va in pensione che si deve sedere ai giardinetti altrimenti arriva la polizia a casa. Ricordo che in Italia, su 16 milioni di pensionati, ce n’è un milione che lavora».
Quindi la soluzione non la convince?
«No, anche se credo che la strada sarà quella. Io, però, ho proposto una soluzione alternativa. Partire da quelle persone che avranno raggiunto la quota 100 già al 31 dicembre di quest’anno. E dare la precedenza a chi è rimasto bloccato più a lungo dalla riforma Monti-Fornero: quelli che, come somma di età anagrafica e contributi versati, hanno una quota ancora più elevata, ad esempio 105. Poi, a regime, introdurre una flessibilità che consenta di uscire fino a 71 anni, con almeno 64 anni d’età e 39 di contributi. Questa sarebbe una riforma strutturale».Quella voluta dal governo non lo è?
«Direi proprio di no. Mi sembra una pezza a colori».