PD, la sfida di Zingaretti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-26

Nell’incontro con i circa 200 sindaci promotori dell’Alleanza del fare che ha portato alla vittoria elettorale del 4 marzo le idee per il rilancio del Partito Democratico a partire dalle alleanze

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“Dobbiamo mettere l’accento sulla parola unità e non sulla parola divisione, sulla parola collegialità e non sulla parola solitudine. Non dobbiamo paralizzarci su questa idea di vivere il pluralismo come un problema”. È rivolto agli amministratori del Lazio ma sembra parlare alle mille anime del Pd il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che quest’oggi ha incontrato i circa 200 sindaci promotori dell’Alleanza del fare che ha portato alla vittoria elettorale del 4 marzo. È stato in realtà lo stesso Zingaretti a confessare che il suo pensiero è rivolto non solo agli amministratori locali ma soprattutto al Partito Democratico, uscito con le ossa rotte dalle ultime tornate elettorali, Lazio escluso.

PD, la sfida di Zingaretti

“L’alleanza del fare nata in questa regione è stata diversa da altre esperienze politiche del passato perché è nata su un’idea di alleanza non legata a vecchi schemi precostituiti- ha spiegato- È chiaro però quanto ci sia bisogno di una alleanza larga, diversa, differente e plurale anche in Italia”. Zingaretti, poi, ha divulgato un vero e proprio manifesto politico per il centrosinistra italiano. “C’è bisogno di innovazione nel Lazio come in Italia- ha spiegato- Ma vicino a questa parola ci metto anche la parola giustizia con al centro i diritti delle persone”.

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La nuova alleanza proposta dal presidente al campo del centrosinistra ricalca quella delle regionali. “Uniti come alle regionali si trovano più persone e aumentano le possibilità di condivisione”, ha spiegato Zingaretti ricordando anche il ruolo che potrebbero giocare “sindaci e associazioni oggi in attesa. Persone isolate o sparse che se si riaprisse una missione, un movimento o un progetto per l’alternativa potrebbero diventare protagoniste. Dobbiamo prepararci a riorganizzare le forze – ha aggiunto- Ma questo non vuol dire che come Pd dobbiamo proporre agli altri di aderire a un progetto. Dobbiamo anzi chiamare tutti a partecipare alla costruzione di un progetto per l’alternativa. Non possiamo avere la presunzione di decidere e poi dire: ‘venite'”. “Non rendiamo l’esperienza di questa alleanza un fatto burocratico- ha concluso il governatore – ora credo e mi auguro che si faccia un congresso vero, sicuramente prima delle elezioni europee. Non voglio un congresso autoreferenziale di un partito ferito e dovrà essere un’occasione di discussione aperta e costituente ma aperta alla società”.

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