Il grafico del crollo del PD in cinque anni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-26

Le elezioni del 2013, il picco del 2014 e il burrone del 2018: cinque anni vissuti pericolosamente mentre si continua a litigare

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In questa infografica pubblicata oggi dal Corriere della Sera possiamo vedere la parabola del Partito Democratico che negli ultimi cinque anni è riuscito nell’impresa di toccare sia il suo massimo storico dal punto di vista delle percentuali di voto, che il suo punto più basso. Dopo il 25,4% a cui lo aveva portato Pierluigi Bersani nella non-vittoria delle elezioni politiche 2013 con Matteo Renzi il PD ha raggiunto il suo picco con il clamoroso 40,8% raggiunto in occasione delle elezioni europee, quando, con la promessa degli 80 euro, si svolgeva la piena luna di miele del suo governo con l’elettorato. Esattamente come oggi la maggioranza gialloverde porta a casa il suo massimo consenso con la Lega sugli scudi accreditata di essere il primo partito d’Italia grazie all’operazione di svuotamento prima dell’elettorato di Forza Italia e poi di quello del MoVimento 5 Stelle.

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L’infografica sul crollo del PD in cinque anni (Corriere della Sera, 26 giugno 2018)

Dopo le Europee 2014 è cominciato il declino di consensi che ha portato alla crisi nera del renzismo: un anno dopo i consensi erano già calati di un 5% e nel 2016 il PD aveva perso un altro 6% nella misurazione delle intenzioni di voto di IPSOS. Subito dopo il referendum il partito era ancora al 27,8%, visto che la battaglia referendaria aveva portato comunque consenso aggiuntivo al Partito Democratico ma il declino inarrestabile è arrivato alle politiche del 4 marzo, dove il PD ha raccolto la misera percentuale del 18,7%. Ieri, con una faccia degna del miglior furbo di paese, molti renziani del Partito Democratico hanno sottolineato che le amministrative sono andate male anche se non c’era Renzi al comando, volendo così dimostrare che il leader non ha colpe.

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La serie nera del PD secondo Il Tempo (26 giugno 2018)

Una barzelletta, visto che Renzi continua a controllare il partito come ha dimostrato la scelta dei capigruppo alla Camera e al Senato e l’impossibilità di prendere decisioni nell’Assemblea PD . E mentre i giornali raccontano dell’intenzione di Renzi di fare una trasmissione tv con Lucio Presta sulle bellezze d’Italia che andrà in onda su Netflix, oggi i suoi se la prendono con Carlo Calenda che propone il fronte repubblicano perché l’ex ministro, nel tweet in cui chiamava a raccolta intorno al progetto, sottolineava che sono necessari anche cambiamenti nelle persone alla guida del PD. Situazione sempre più disperata e sempre meno seria.

Leggi sull’argomento: “Evviva, il PD ha perso ma non è colpa di Renzi”

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