Yuri Guaiana: l'attivista arrestato (e rilasciato) a Mosca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-11

Fermato dalla polizia a Mosca mentre si stava recando alla procura generale per consegnare le firme raccolte dalla petizione contro il trattamento dei gay in Cecenia

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Yuri Guaiana, attivista dell’associazione radicale “Certi Diritti”, è stato fermato dalla polizia a Mosca mentre si stava recando alla procura generale per consegnare le firme raccolte dalla petizione contro il trattamento dei gay in Cecenia. Lo fanno sapere il segretario dell’associazione Leonardo Monaco e Marco Cappato. Guaiana si trova ora in una caserma della polizia. Il consolato italiano, twitta il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, è stato subito attivato dalla Farnesina e si sta recando sul posto per assistere il connazionale.
EDIT ore 15,28:  “Yuri Guaiana”, l’attivista italiano fermato a Mosca, “è stato rilasciato. Assistito dal Consolato, viene accompagnato ora in aeroporto”. Lo annuncia su Twitter il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova.

Yuri Guaiana: l’attivista arrestato a Mosca

Con Guaiana sono stati fermati anche quattro attivisti russi: Alexandra Aleksieva, Marina Dedales, Nikita Safronov e Valentina Dekhtiarenko. Lo fa sapere Open Russia, l’organizzazione fondata dall’ex oligarca e capo della Yukos Mikhail Khodorkovsky.  “Siamo in contatto con la Farnesina che sta seguendo la vicenda di Yuri Guaiana e gli avvocati sul posto, sappiamo che Yuri sta bene e conosciamo le coordinate della caserma dove è trattenuto. A breve aggiornamenti”, afferma Leonardo Monaco. L’associazione ‘Certi Diritti’ riporta quanto ha dichiarato Guaiana prima di essere fermato: “Siamo qui per consegnare più di 2 milioni di firme al procuratore generale. Non è mai avvenuto prima – ha detto Guaiana -, molta della popolazione cecena chiede che si faccia un’inchiesta efficace e che si fermino subito arresti, torture e uccisioni di gay. I cittadini russi meritano di vivere in libertà e in uno stato di diritto. La Russia deve rispettare i trattati internazionali che ha sottoscritto. Nessuno deve sacrificare la propria libertà e la propria vita solo a causa di quello che si è e di chi si ama, né in Cecenia né da nessun’altra parte”.
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