Virginia Raggi e Palazzo Chigi che non paga l'AMA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-18

“Oggi con questa conferenza portiamo avanti un’operazione verità. All’interno del lavoro sulle partecipate, che ci aiuta a capire come e quanto e possibile recuperare, Ama ha svolto un’attività capillare di verifica del conti e rivelano un credito di circa 100 milioni di euro nei confronti della Pubblica amministrazione”. Lo ha detto la sindaca di Roma …

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“Oggi con questa conferenza portiamo avanti un’operazione verità. All’interno del lavoro sulle partecipate, che ci aiuta a capire come e quanto e possibile recuperare, Ama ha svolto un’attività capillare di verifica del conti e rivelano un credito di circa 100 milioni di euro nei confronti della Pubblica amministrazione”. Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi nel corso di una conferenza sulle bollette Ta.Ri. non pagate dalla pubblica amministrazione, alla quale ha partecipato insieme all’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari e al presidente di Ama Lorenzo Bagnacani. In una slide illustrata dal presidente Ama si riporta il dato di 20 milioni di crediti da parte di Palazzo Chigi e Ministeri, e di 1,2 milioni di euro solo da parte della presidenza del Consiglio.

Raggi ha anche fatto sapere che per il ruolo di responsabile della Protezione Civile “abbiamo identificato una persona che dovrebbe prossimamente prendere servizio”. “Quella che abbiamo presentato oggi e’ un’operazione trasparenza e verità, perché la Tari deve essere pagata da tutti. Voglio specificare che la maggior parte dello scaduto non dipende da fondi propri, ma da trasferimenti dello Stato. Il nostro obiettivo, dunque, non è puntare il dito contro qualcuno ma innescare un processo efficace per ridurre nel più breve tempo possibile lo sbilancio attuale”, ha detto il presidente e amministratore delegato di Ama, Lorenzo Bagnacani, durante la conferenza stampa in Campidoglio sui debiti Tari della pubblica amministrazione nei confronti della municipalizzata capitolina dei rifiuti. “Vorremmo cambiare il modello di raccolta per superare le criticita’ e andremo a verificare che le singole utenze paghino la Tari. E’ chiaro che se andiamo a chiedere ai singoli cittadini, non possiamo non chiedere la stessa cosa anche alla pubblica amministrazione- ha proseguito Bagnacani- Due esempi di questo cambiamento: per le utenze non domestiche, si prevede oggi la dichiarazione annuale entro il 16 gennaio dell’anno successivo. A volte l’attivita’, pero’, scompare prima della fine dell’anno. C’e’ poi un progetto che leghera’ all’apertura del locale la Tari; per gli utenti singoli, invece, studiamo come legare al cambio di residenza la esazione della Tari”. Questi, ha concluso il dirigente di Ama, “sono solo due esempi di cambiamenti che, uniti al rafforzamento della macchina della riscossione, potrebbero dare una svolta alla situazione attuale. Una Tari non pagata lascia un residuo attivo sul bilancio e quindi un problema anche contabile per l’amministrazione, oltre che una difficolta’ nel reperimento delle risorse”.
La somma di oltre 100 milioni di euro, pari al credito che Ama vanta per i mancati pagamenti della Ta.ri., deriva da un’analisi effettuata da Ama sulle bollette scadute e insolute relative a Ministeri, utenze militari, ospedali, Asl, ambasciate, scuole, università. Il totale per Palazzo Chigi e i ministeri è di circa 20 milioni, i dati conteggiano gli importi scaduti al 10 luglio 2017 e sono così suddivisi:
– Presidenza del Consiglio dei ministri: 1,2 milioni;
– Ministero dell’Interno: 6 milioni;
– Ministero della Difesa: 3,2 milioni;
– Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: 2 milioni;
– Ministero dei Beni e delle Attività culturali: 1,7 milioni;
– Ministero di Grazia e Giustizia: 1,5 milioni; – Ministero dello Sviluppo economico: 1 milione;
– Ministero degli Affari esteri: 822 mila euro; – Ministero del Lavoro e Politiche sociali: 761 mila euro;
– Ministero dell’Economia e delle Finanze: 575 mila euro;
– Ministero dell’Istruzione: 375 mila euro;
– Ministero dell’Agricoltura: 306 mila euro;
– Ministero della Salute: 95 mila euro;
– Ministero dell’Ambiente: 31 mila euro;
– Camera dei deputati: 369 mila euro.
“Se tutti devono pagare i primi a dare il buon esempio devono essere le istituzioni pubbliche – ha detto l’assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, in occasione della conferenza in Campidoglio – Lo dobbiamo ai cittadini ma anche alle istituzioni pubbliche. Questa operazione trasparenza nasce da questo. È stata un’analisi fondamentale per riportare trasparenza e una gestione efficiente del sistema dei crediti, perché lo dobbiamo ai cittadini”. Una parte di questi importi sono scaduti da oltre mille giorni: i più rilevanti riguardano il Viminale (2,6 milioni di euro), il Mibact (528mila euro), il Mit (508mila euro) e il ministero di Grazia e Giustizia (487mila euro). “Quella che abbiamo presentato oggi è un’operazione trasparenza e verità – ha spiegato il presidente di Ama Lorenzo Bagnacani – perché la Ta.Ri. deve essere pagata da tutti. Voglio specificare che la maggior parte dello scaduto non dipende da fondi propri, ma da trasferimenti dello Stato. Il nostro obiettivo, dunque, non è puntare il dito contro qualcuno ma innescare un processo efficace per ridurre nel più breve tempo possibile lo sbilancio attuale”. L’obiettivo per Bagnacani è “cambiare il modello di raccolta per superare le criticità e andremo a verificare che le singole utenze paghino la Ta.Ri. E’ chiaro che se andiamo a chiedere ai singoli cittadini, non possiamo non chiedere la stessa cosa anche alla Pubblica amministrazione”, ha concluso.

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