Fact checking
Virginia Raggi a caccia di "like" per il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile
Giovanni Drogo 20/09/2017
Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di varare la politica del “like” per dare ai cittadini non solo la possibilità di fare proposte sul Pums ma anche di decidere – non si sa bene in virtù di cosa – quali potrebbero essere realizzate
La partecipazione dei cittadini all’attività di governo delle città è un must have per tutte le amministrazioni comunali. Il problema però è capire come realizzarla, o meglio, come far sentire ai cittadini di stare effettivamente partecipando alla gestione della cosa pubblica. In un piccolo comune o in una città “normale” magari è sufficiente parlare direttamente con il sindaco e gli assessori o partecipare agli incontri pubblici dove gli amministratori incontrano periodicamente i cittadini. Ma a Roma, per dimensioni e numero di abitanti, potrebbe essere più complicato.
Come funziona il PUMS di Roma
Certo, ci sono delle strutture intermedie: i Municipi, con i loro organi decisionali e i rappresentanti politici. Ma ancora non basta, soprattutto per una giunta come quella del MoVimento 5 Stelle che per prima cosa ama studiare a fondo, per mesi, i problemi prima di prendere una decisione. Per questo motivo il Comune ha deciso di aprire alle proposte dei cittadini la stesura del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). La sindaca Virginia Raggi ha annunciato di aver lanciato una sfida a tutti i cittadini di Roma invitandoli a avanzare le proprie proposte sul portale del PUMS.
La Raggi ha preso alla lettera l’invito fatto da Beppe Grillo ai romani qualche mese fa, quando li esortava a diventare “sindaci dei propri dieci metri quadri”. L’obiettivo del Piano è quello di identificare – con l’aiuto dei cittadini ma anche dei turisti e di chi in città ci viene per lavorare – quali sono gli interventi più urgenti da effettuare “nel rispetto dei criteri di sicurezza, sostenibilità, accessibilità ed economicità”. Partecipare è semplice, basta registrarsi sul portale e geolocalizzare il tipo di intervento (o di proposta) sulla mappa, spiegando in maniera sintetica il senso della propria proposta.
Le proposte che avranno raggiunto il maggior numero di “like”, si legge nella spiegazione, verranno prese in considerazione dall’Amministrazione, saranno approfondite dal Gruppo di Lavoro e potranno diventare parte integrante del PUMS. Quindi per il momento sarà compito dei cittadini vagliare i suggerimenti e decidere quale è più degno di attenzione. Tra i commenti non mancano le critiche alla nuova amministrazione: ad esempio a chi propone una nuova stazione della Roma-Lido c’è chi risponde “I lavori sono bloccati per Acilia Sud, non credo che l’attuale amministrazione abbia il coraggio di prendersi carico di un’altra stazione sulla Roma Lido”.
La politica dei “like” e i suoi problemi
Una decisione quella di basare tutto sulla politica dei “like” che però è solo apparentemente democratica. Che i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi per chiedere ad esempio il prolungamento di un tratto dei binari del tram e segnalare le criticità (ad esempio c’è chi segnala la mancanza di una banchina per la fermata dell’ATAC) è giusto e doveroso. Ma quali competenze hanno gli stessi cittadini per valutare la bontà delle proposte altrui? Rimane un mistero.
L’assessore all’Urbanistica Luca Montuori ha precisato oggi che «Il Pums non si affida ai “like”. Ma la partecipazione dei cittadini è fondamentale perchè contribuisce alla descrizione della città, che ha bisogno del loro punto di vista. È quindi un tentativo di responsabilizzare i cittadini nel modo di interagire con la città. Un’interazione utile». Eppure è proprio scritto qui che i “like” sono uno dei fattori fondamentali affinché una proposta venga presa in considerazione. Questo significa che solo le proposte con il maggior numero di “mi piace” potranno essere discusse. Cosa succederà poi se tra le proposte più votate ce ne fossero alcune che vanno in senso opposto alle linee stabilite dalla giunta pentastellata? Verranno prese in considerazione o verranno scartate, azzerando di fatto la partecipazione dei cittadini? Non bisogna dimenticare che il programma di questa amministrazione è già stato scelto dai cittadini romani alle elezioni. Cosa succederebbe se qualcuno proponesse ad esempio di non fare la famosa funivia e la proposta venisse votata da molti romani?