Vincenzo De Bustis vuota il sacco (altrui) sulla Banca Popolare di Bari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-10

L’amministrazione delegato accusa la vecchia gestione che ha gestito il credito scorrettamente e immagina un salvataggio da un miliardo di euro

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«In questi ultimi tre o quattro anni di mala gestione hanno prevalso vere e proprie patologie, con un processo decisionale concentrato in un’enclave ristretta che ha tenuto il vecchio consiglio d’amministrazione e il collegio sindacale all’oscuro di quanto avveniva. I verbali del comitato crediti erano addomesticati, non veritieri, redatti ad uso e consumo di quella enclave»: Vincenzo De Bustis, amministratore delegato di Banca Popolare di Bari, oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera e firmata da Federico Fubini e Fabrizio Massaro vuota il sacco sui problemi dell’istituto di credito puntando il dito sui suoi predecessori, mentre riserva pochissime parole all’indagine su di lui per l’operazione a Malta e in Lussemburgo in cui voleva coinvolgere la banca.

Vincenzo De Bustis vuota il sacco (altrui) sulla Banca Popolare di Bari

De Bustis annuncia che il comitato di pianificazione del consiglio d’amministrazione l’avvio dell’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori: le perdite ammontano a «Centinaia di milioni. E siamo solo l’inizio, altro arriverà. Per esempio a inizio 2018 la banca ha ceduto crediti deteriorati per 1,5 miliardi, ma dov’è finito il beneficio patrimoniale che avrebbe dovuto esserci? Sembra che non si sia recuperato niente. Chiedetelo alla Guardia di Finanza». E spiega che l’istituto ha bisogno di  una ricapitalizzazione immediata, «tanto più rapida dal momento che deve avvenire in un approccio di piena trasparenza che inciderà ancora di più sul patrimonio. Occorrono fra 800 milioni e un miliardo. La banca ha crediti deteriorati (non performing exposures, npe) per il 25-26% del portafoglio. Il costo del credito ha superato ogni misura accettabile».

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Banca Popolare di Bari, la cronistoria (La Repubblica, primo dicembre 2019)

Le perdite sono imputate alla recessione ma anche a una gestione del credito “fuori dalle regole”, continua De Bustis, che poi illustra il piano di salvataggio per la banca:

«Stiamo già parlando con investitori istituzionali, ma possono entrare solo dopo un rigoroso processo di riconoscimento delle perdite».

Fra questi investitori c’è anche il Mediocredito Centrale (Mcc), controllato dal Tesoro attraverso Invitalia, accanto all’intervento temporaneo del Fondo Interbancario(Fitd)?
«Non sono in grado di dirlo adesso. Può esserci una combinazione pubblico-privato, magari sullo schema di Carige. In ogni caso le operazioni si fanno a condizioni di mercato, non c’è altro sistema».

Ridurrete il personale?
«In tutte le banche c’è un 20-25% di dipendenti di troppo. Noi ne abbiamo circa tremila e dovremo ridurli di circa ottocento. Ma io non ho mai licenziato nessuno, solo i ladri. Stiamo lavorando a un’ipotesi di piano che non crei turbative sociali e non faccia perdere stipendi».

Leggi anche: L’indagine su De Bustis nel salvataggio della Banca Popolare di Bari

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