Il video della “disinfestazione” dei dipendenti stranieri di Rossopomodoro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-28

Sta suscitando molta indignazione un video di poco più di un minuto dove un dipendente di Rossopomodoro si occupa di “risolvere” il problema della puzza dei colleghi di lavoro di colore spruzzando deodorante nelle cucine tra farine, teglie e cibo già preparato. La risposta dell’azienda

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È un video che ha suscitato molta indignazione quello pubblicato da un’utente Facebook – Biancavee Ortill – sul suo profilo. Il filmato, girato all’interno di un ristorante Rossopomodoro, a quanto pare quello all’interno della Stazione Centrale di Milano, mostra un dipendente (italiano) spruzzare del deodorante spray su alcuni addetti, cuochi o inservienti, di colore e di origine straniera. A filmare il video, si apprende successivamente, non è stato un cliente ma un altro dipendente della catena anch’egli italiano.

I cuochi di Rossopomodoro spruzzati con il deodorante nelle cucine

L’uomo con il deodorante, con addosso una felpa Rossopomodoro, va prima a chiamare un dipendente in uno stanzino dove sono riposti sacchi di farina e gli impasti dicendogli di alzare la maglietta e mostrandogli a gesti cosa intende fare. Il primo dipendente solleva la maglietta Rossopomodoro ed esegue. Il secondo – visibilmente imbarazzato – cerca di coprirsi dalla telecamera con un vassoio di quelli dove vengono riposte le palle di impasto. Il “profumatore” insiste e gli chiede «ma non ce lo avete a casa questo? e allora perché non lo mettete?». Il problema evidentemente è la puzza, o almeno così sembra di capire. Ci sono probabilmente modi migliori di affrontare la cosa, anche tenuto conto di una possibile esasperazione da parte di chi si è incaricato di risolvere il problema.

Ad essere oggetto del particolare “trattamento” però sono solo lavoratori stranieri. È poi il turno del terzo, direttamente al bancone, dietro si vede un vassoio con alcuni alimenti già preparati. Anche qui solita pantomima sull’alzare la maglietta e farsi profumare le ascelle. A quel punto la persona che sta riprendendo la scena con il telefonino commenta «oh là, una bella disinfestazione».

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Stupisce, oltre all’atteggiamento poco cortese (non viene chiesto per favore ma vengono impartiti ordini secchi tra le risatine del cameraman improvvisato) la volontà di umiliare i dipendenti filmando il tutto ed eseguendo la procedura – non si sa quanto prevista dal mansionario interno – di fronte a tutti. Qualcuno dice che si tratta di uno scherzo, perché tutti ridono, ma sono sorrisi di imbarazzo. A prescindere dall’eventuale razzismo (curiosamente vengono “colpiti” sono i dipendenti stranieri) ci si domanda quanto rispettoso dei diritti dei lavoratori sia questo modo di agire. C’è inoltre da chiedersi quanto tutta la scena sia rispettosa delle procedure Haccp sulla contaminazione degli alimenti. L’opera di “disinfestazione” viene infatti eseguita nelle cucine tra teglie, impasti e alimenti già preparati. La scena non è sfuggita all’attenzione dei social e c’è già chi invita a boicottare Rossopomodoro in Stazione Centrale a Milano.

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Abbiamo raggiunto il ristorante di Milano per chiedere chiarimenti ma i dipendenti si sono trincerati dietro un “no comment”.  L’ufficio Stampa di Rossopomodoro ha assicurato che a breve uscirà una nota stampa ufficiale dove l’Azienda spiegherà l’accaduto. Non appena lo riceveremo aggiorneremo l’articolo.

 

EDIT: In un comunicato stampa Rossopomodoro fa sapere di prendere «nettamente le distanze dall’episodio ripreso nel video e annuncia di aver immediatamente avviato una inchiesta interna».L’Azienda – prosegue la nota stampa – «si dissocia fermamente dal comportamento discriminatorio che non appartiene né per costume, né per tradizione, né per vocazione all’azienda di origine partenopea». L’Amministratore Delegato Roberto Colombo ci tiene a ricordare che il Gruppo Sebeto (di cui fanno parte le catene di ristoranti Rossopomodoro, Anema e Cozze e Ham Holy Burger) «ha tra i suoi collaboratori ragazzi e ragazze di diverse etnie e di tutte le regioni d’Italia e che non si sono mai verificati in tanti anni di storia del gruppo, problemi di questo genere» e che la direzione «non ha mai ricevuto doglianze dai suoi dipendenti o da chicchessia per comportamenti inadeguati del proprio personale e che sulla vicenda è stata disposta una inchiesta interna all’esito della quale saranno assunti tutti i provvedimenti che risulteranno necessari per preservare l’onorabilità dell’azienda».

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