Il viadotto Giustina sulla A14 e quella manutenzione troppo costosa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-14

Già nel 2017 le carte venivano truccate sempre per un obiettivo: ridurre i costi, una logica di comportamento che “prevale sulla finalità di garantire la sicurezza dell’infrastruttura”: il caso del Viadotto Giustina

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Nelle carte dell’inchiesta bis sul Ponte Morandi, che vede indagati alcuni tecnici di Autostrade che avrebbero falsificato i report sulla sicurezza, si scopre che l’ex direttore delle manutenzioni ‘strigliava’ i suoi per abbassare i costi dei lavori su un viadotto della A14 e parlava di “riunioni carbonare” con uomini del Genio Civile.

Come il viadotto Giustina sulla A14

La storia è raccontata nell’ordinanza: tra i tecnici e dirigenti di Spea c’è il sospetto di essere i “parafulmini” di Autostrade. E per tutelarsi qualcuno registra gli incontri, le riunioni con i vertici di Aspi e li conserva pure nel proprio computer. Grazie a quei file custoditi nel pc di uno degli indagati nell’inchiesta sui falsi report sui viadotti, gli investigatori scoprono che già nel 2017 le carte venivano truccate sempre per un obiettivo: ridurre i costi, una logica di comportamento che “prevale sulla finalità di garantire la sicurezza dell’infrastruttura”.

viadotto giustina

A maggio 2017 si discute del ripristino del viadotto Giustina, sulla A14, nelle Marche, dove morirono due persone a marzo schiacciate dal crollo di un ponte. A fare la voce grossa è Michele Donferri Mitelli, l’ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Aspi. “Devo ridurre i costi – dice Donferri – Adesso te inventi quello che c… te pare e te lo metto per obbligo”. Lucio Torricelli Ferretti, di Aspi, (ai domiciliari da ieri insieme a Gianni Marrone di Aspi e a Massimiliano Giacobbi di Spea) prova a fare capire che non basta e Donferri risponde che “non ha alcuna rilevanza se sia vero o no”. In un’altra riunione di alcuni giorni prima, si legge sempre nelle carte, Ferretti afferma che “va relazionata la necessità di effettuare un intervento strutturale”. E la risposta dell’ex responsabile delle manutenzioni, allontanato da quella funzione nel febbraio scorso, è che l’intervento “dovrà essere strutturale solo nella sostanza ma non anche nella forma” perché “questo comporterebbe un innalzamento dei costi, correlati, evidentemente, alle prescrizioni del Genio Civile”, al quale deve essere sottoposto il progetto.

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