Un Gentiloni a Santa Margherita

di Daniele Minotti

Pubblicato il 2015-09-18

Il gioco d’azzardo è un tema (problema?) che preoccupa non pochi, è noto. Si parla di dipendenza, vite rovinate, drammi familiari, oltre a quest’aria di crise che ci butta le vittime dentro. Il tutto, paradossalmente, con la benedizione dello Stato che ne trae enormi benefici economici. Se, però, il Pubblico inizia a fare un po’ …

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Il gioco d’azzardo è un tema (problema?) che preoccupa non pochi, è noto. Si parla di dipendenza, vite rovinate, drammi familiari, oltre a quest’aria di crise che ci butta le vittime dentro. Il tutto, paradossalmente, con la benedizione dello Stato che ne trae enormi benefici economici.
Se, però, il Pubblico inizia a fare un po’ l’ipocrita, invece di tacere elegantemente, c’è qualcosa che non va.
Chi non ricorda, qualche anno fa, il provvedimento dell’allora Ministro delle Comunicazioni Gentiloni (in realtà, “obbligato” dalla legge finanziaria) volto ad oscurare i siti di gambling non in regola con l’AAMS? Ne avevo scritto QUI, inizio 2007, ne avevamo discusso in tanti.
E’ passato molto tempo e, tutto sommato, oggi questa “pratica” non scandalizza più nessuno. Ma, almeno, in quel caso lo Stato, pur essendosi prescritto l’ipocrita avvertimento sulla dipendenza, non ne ha mai fatto una questione morale, bensì meramente fiscale.
E, invece, in un piccolo Comune ligure (incidentalmente, quello dove vivo) si fa apertamente moralismo, di fatto arrogandosi (incomprensibilmente) una posizione etica.
Nella notte tra mercoledì e giovedì, sulla pagina Facebook dell’attuale Sindaco Paolo Donadoni è comparso il resoconto dell’ultimo Consiglio comunale il quale, tra le altre cose, ci riferisce che…
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Premesso che un Comune non ha alcun obbligo giuridico di fornire una connessione Internet, tanto meno di fornirla “completa”, i problemi sembrano essere ben altri, sempre i soliti, arcinoti: tant’è…
Chi parla di “censura” secondo me esagera un po’, tuttavia non si può certo nascondere che, talvolta, si parte proprio da provvedimenti come questi.
Al di là del catastrofismo, rimangono non pochi interrogativi-problemi.
Vediamo di stilarne un catalogo, minimo, per elenco numerato (in ordine sparso, non di importanza):
1) quali sarebbe il “limite del consentito” menzionato nel comunicato e di cui, evidentemente, non ci si è informati preventivamente?
2) quale sarebbe il ruolo (e anche la fonte giuridica o, forse, anche soltanto “morale”, senza necessariamente scomodare Cartesio) di un Comune nella “selezione” dei siti visitabili da quelli non visitabili?
3) perché occuparsi soltanto di siti di gambling e non, ad esempio, di quelli che inneggiano all’odio razziale, religioso, sessuale, ecc.?
4) quali sarebbero i “più famosi siti”?
5) perché, visto che ci siamo, non inibire anche i siti meno famosi?
6) a questo punto, perché non vietare tutte le slot, i gratta e vinci, le schedine del Totocalcio e tutta la famiglia dei “giochi d’azzardo” – financo i “boeri” – per delibera comunale, magari con una rinnovata cartellonistica “Comune deazzardizzato”?
Ma la vera domanda è: il Comune di Santa Margherita Ligure chi si crede di essere?
(grazie al sammargheritese Gian Maria Bavestrello per segnalazioni ed ispirazioni)
*Daniele Minotti, avvocato genovese, docente e saggista in materia di diritto delle nuove tecnologie. Ha un blog indipendente sin dal 2006*

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