Come in Umbria potrebbe nascere la prima alleanza regionale PD-M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-13

Il 27 ottobre in Umbria il primo test per la convergenza: pronto a cadere lo storico tabù grillino

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L’Umbria potrebbe essere il laboratorio per la prima alleanza regionale tra Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle. Perché le alleanze con i partiti sono vietate tra i grillini, ma quelle con le liste civiche no. Dopo la caduta delle giunta di Catiuscia Marini i dem sostengono un civico, Andrea Fora, e il commissario regionale del Pd, Valter Verini, lo ha subito invitato a dialogare con il M5S. Racconta oggi Ilario Lombardo su La Stampa:

I grillini non hanno un candidato e il senatore umbro Stefano Lucidi ha lanciato un segnale: «L’avversario da battere è Donatella Tesei», in corsa per Lega e centrodestra. Sarebbe un caso scuola, incubatore di un esperimento che per funzionare però ha anche bisogno che l’alleanza non sbandi a Roma. Se il governo regalerà più gioie che dolori, i vertici del M5S potrebbero scongelare la propria disponibilità. Le spinte a favore di questa soluzione civica sono tante. Nel Lazio si parla di tecnici di eccellenza che entrerebbero in quota M5S come assessori nella giunta Zingaretti.

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E poi? Se son rose, fioriranno:

In Liguria il dialogo con i dem va avanti e ieri la capogruppo grillina in Regione Alice Salvatore ha spiegato: «Non fare alleanze elettorali con altri partiti, con i professionisti della politica, resta un punto fermo. La grande novità è che possiamo incominciare a fare degli esperimenti di alleanze con la società civile». In Liguria l’opposizione che ha accomunato per anni Pd e M5S rende più semplice la prospettiva di unire le forze contro la riconferma, alle elezioni di primavera, di Giovanni Toti. Diverso il caso dell’Emilia-Romagna, dove si voterà con molta probabilità a novembre e dove il candidato Pd è il presidente uscente Stefano Bonaccini. A sfidarlo la leghista Lucia Borgonzoni. In questi ultimi giorni si è parlato di una possibile desistenza del M5S. L’ipotesi di non avere strategicamente un candidato è stata smentita ma ha aperto una riflessione interna.

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