Turismo Torino chiese l'ordinanza anti-vetro per Piazza San Carlo

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-07-07

Fu chiesto se era intenzione della Città o della Prefettura disporre un provvedimento che vietasse la vendita e il consumo di bevande in vetro. Risposta negativa

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Mentre Chiara Appendino, indagata per le querele dei cittadini feriti in piazza San Carlo, non si presenta alla commissione d’indagine interna istituita in Comune per far luce su quel che non ha funzionato – dal punto di vista amministrativo – la sera del 3 giugno, nuovi particolari sulla difesa del presidente di Turismo Torino Maurizio Montagnese davanti ai magistrati continuano ad emergere e puntano il dito sull’amministrazione. Ne parla oggi La Stampa in un articolo a firma di Simona Lorenzetti e Andrea Rossi:

L’interrogatorio è stato secretato ma filtrano alcuni dettagli sulla versione di Turismo Torino. In particolare, due versanti. Il primo riguarda l’organizzazione. I vertici dell’ente di promozione sono stati convocati due volte in Comune, la prima dal capo di gabinetto Paolo Giordana. Hanno ricevuto istruzioni, anche via mail, ma non esiste un documento in cui Turismo Torino venga ufficialmente incaricata di curare l’evento. Questione formale: la committenza era nei fatti, tanto che l’ente si è subito attivato e ha chiesto patrocinio e suolo pubblico.
Insomma, un incarico vero e proprio non c’è ma era chiaro l’organizzatore, tanto che i referenti in Comune erano gli uffici che si occupano di eventi organizzati da terzi e non dalla Città. Secondo aspetto è l’ordinanza anti vetro che, secondo alcune ricostruzioni, fu sollecitata durante la riunione del 31 maggio. O, per lo meno, fu chiesto se era intenzione della Città o della Prefettura disporre un provvedimento che vietasse la vendita e il consumo di bevande in vetro. Risposta negativa: daremo una comunicazione agli esercenti. Di quel divieto non è rimasta traccia.

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Così come si è perso l’avviso destinato ai bar di piazza San Carlo perché rimuovessero i dehors:

Alle quattro del pomeriggio piazza San Carlo era già affollata da migliaia di tifosi. E mentre a terra cominciavano già a vedersi le prime bottiglie di vetro vuote i vigili urbani stavano notificando ai titolari dei bar del piazza l’ordine di servizio della Questura che prevedeva, tra l’altro, la rimozione dei dehors. Il documento, che in teoria avrebbe dovuto rimanere riservato e a uso interno, è finito nelle mani di numerosi commercianti. Una scelta obbligata, visto che un’ordinanza non è mai arrivata, né da Palazzo Civico né dalla Prefettura.
L’unico documento portava la data del primo giugno e si preoccupava solo di viabilità e divieti di sosta. Perciò nel pomeriggio del 3 giugno è stata notificata quella della Questura, l’unico documento con cui si poteva chiedere di smontare i gazebo. A pagina 8 il punto 6 affronta la «rimozione o messa in sicurezza dei dehors – fioriere – panchine e altri arredi mobili». Viene, quindi, specificato che devono essere rimossi entro le 7 del mattino del 3 giugno. La richiesta di sgombero in sostanza è arrivata fuori tempo massimo.

Leggi sull’argomento: La lettera che avvertiva della mancanza di steward a Piazza San Carlo

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