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Il tribunale respinge il ricorso dei 33 attivisti M5S

neXtQuotidiano 29/03/2018

Il Tribunale di Genova ha respinto il ricorso promosso da 33 attivisti e capitanato dall’avvocato Lorenzo Borré per togliere nome e simbolo alla creatura nata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il presupposto che ha dato vita al ricorso – che ha portato anche alla nomina di un curatore – è che Grillo, avallando la […]

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Il Tribunale di Genova ha respinto il ricorso promosso da 33 attivisti e capitanato dall’avvocato Lorenzo Borré per togliere nome e simbolo alla creatura nata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il presupposto che ha dato vita al ricorso – che ha portato anche alla nomina di un curatore – è che Grillo, avallando la costituzione della terza associazione nel dicembre scorso e concedendogli il simbolo, è entrato in conflitto di interessi nella difesa della prima associazione, quella del 2009 che diede vita al Movimento. Ma il Tribunale ha dato ragione a Grillo e i suoi, blindando nome e simbolo. In particolare, il tribunale ha ritenuto che la domanda formulata da Curatore non fosse accoglibile in quanto da un lato, si legge nella sentenza, non risulta “provato il presupposto identificativo, ovvero essere la ricorrente titolare, anche solo di fatto od anche solo del diritto di utilizzo, del nome e del simbolo descritto in atti” essendo per contro pacifico che “all’art. 3 del NON Statuto gli associati hanno convenuto – e comunque accettato – che il nome fosse abbinato ad un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo ed hanno riconosciuto Grillo quale unico titolare dei diritti di utilizzo dello stesso”.

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Dall’altro lato, il Tribunale ha asserito che “con la registrazione del nome e del simbolo presso il Viminale e la successiva campagna elettorale ‘garantita’ anche dal leader storico dell’Associazione del 2009, fino alle consultazioni politiche di marzo, si può ragionevolmente ritenere che, per la comunità degli elettori, il nome ed il simbolo sono attributi individualizzanti stabilizzati dell’associazione-partito del 2017”. Gli avvocati Gazzolo e Borré annunciano ricorso: “Dissentiamo rispettosamente dalle argomentazioni del Tribunale e riteniamo opportuno che il Curatore proponga reclamo per tutelare il diritto al nome e ai diritti associativi del MoVimento 5 Stelle del 2009, essendo a nostro avviso non contestabile che l’associazione del 2009 sia stata la prima ed unica ad utilizzare il nome, così come riteniamo che il sito movimento5stelle.it sia stato pacificamente per anni la sede virtuale dell’associazione e che pertanto non sia possibile esserne spossessati da un giorno all’altro. Il convincimento nel buin diritto del M5S del 2009 rimane inalterato” .

Leggi sull’argomento: Trentatré grillini contro Grillo (e Di Maio)

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