Anche Travaglio ha pietà di Toninelli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-11

L’editoriale del direttore del Fatto Quotidiano dove si confessa un certo disagio nel prendersela con il ministro, perché è come sparare sulla Croce Rossa

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Marco Travaglio oggi affonda il coltello su Danilo Toninelli e l’inizio dell’articolo descrive uno stato d’animo che ormai alberga in ognuno di noi, francamente in imbarazzo per lui:

Quando parliamo di Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture per insufficienza di prove, dobbiamo confessare un certo disagio. Siamo abituati a sbeffeggiare questo e quello, ma nel suo caso l’impresa risulta inane e non resta che la resa: Toninelli si sbeffeggia così bene da solo da vanificare ogni sforzo esterno a lui. L’invenzione del “tunnel del Brennero” (ancora in costruzione fino, se va bene, al 2025) che “sapete quante merci e imprenditori utilizzano col trasporto su gomma”e che a lui risulta in piena efficienza in base a un fantomatico “dossier che ritengo importante” (e che evidentemente non ha letto o, se l’ha letto, gli hanno fatto uno scherzo), è troppo anche per chi coltiva l’esercizio della satira.

Non si riesce a stargli dietro. Ora apprendiamo che lo “staff comunicazione del M5S” gli ha affiancato un tutor per controllargli preventivamente i social. Ma la contromisura precauzionale – quanto mai opportuna, specie se verrà estesa agli altri membri del governo (per l’opposizione il problema si porrebbe se esistesse) –è facilmente aggirabile: e se, come nel caso del tunnel, il ministro vede un microfono e parla a braccio? Siamo daccapo. L’altra opzione –le dimissioni – sarebbe altrettanto inutile: metti che al suo posto arrivi un Sibilia, quello che riteneva “una farsa”lo sbarco sulla Luna. Ci sarebbe pure una terza soluzione: studiare.

toninelli rimpasto tunnel brennero - 3
via Twitter.com

Travaglio conclude con un giudizio positivo nei confronti del governo gialloverde, ma anche con un monito:

E questo non vale solo per Toninelli, che pure è un primatista mondiale della gaffe e non teme rivali. Vale per molti altriministri che,anchequando ne imbroccano qualcuna, riescono a cancellarla in una cacofonia da Prova d’orchestra felliniana. Difendersi con gli alibi dell’inesperienza e della buona fede non basta, perché alla fine conta il risultato. Chi sa di avere tutti contro deve fare meglio degli altri,ma deve anche rendersi credibile. E, per esserlo, non ci vuole granché: basta studiare e fare i compiti, lavorare con serietà, contare fino acento prima diparlare. O, meglio ancora, tacere.

Leggi sull’argomento: Toninelli è quasi fuori dal tunnel (del governo del cambiamento)

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