Marco Travaglio e il suicidio politico assistito del M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-22

Il direttore del Fatto scrive che il voto di ieri su Rousseau che ha sconfessato la linea del Capo Politico Luigi Di Maio è un caso di suicidio politico assistito

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Marco Travaglio scrive oggi sul Fatto Quotidiano che il voto di ieri su Rousseau che ha sconfessato la linea del Capo Politico Luigi Di Maio è un caso di suicidio politico assistito:

Ieri gli iscritti si sono ritrovati a votare al buio e, com’era prevedibile, ha prevalso il patriottismo di partito. Col risultato che i 5 Stelle si sono sparati un’altra volta nei piedi, come da copione. Un caso di suicidio assistito. La linea Di Maio, chiaramente suggerita nel quesito suggestivo su Rousseau e ribadita incautamente dal capo politico a urne telematiche aperte, è stata platealmente sconfessata dalla base. E, anche se era quella di tutto il vertice M5S, a uscirne vieppiù indebolito sarà solo lui. Oggi e ancor più domani.

Perché ora le liste vanno presentate: e con quali candidati, visto che sul territorio i militanti senza cariche sono quattro gatti e nessun leader s’è ancora affacciato per fare scouting e campagna elettorale, mentre Salvini e in parte il PD sono in giro da un pezzo? Ma soprattutto: se Bonaccini, dato ora in lieve vantaggio sulla Borgonzoni, sulle ali anzi sulle pinne delle Sardine, dovesse perdere per pochi voti e i 5 Stelle raccoglierne pochi in più di quelli mancanti al governatore uscente, tutti darebbero la colpa a loro.

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Ma il direttore del Fatto, che è anche via, verità e vita, propone anche una strada di salvezza. Che però è piuttosto fantasiosa, visto che prevede di proporre un patto con il Partito Democratico in Emilia Romagna sconfessando così il voto su Rousseau:

L’unica strada è quella civica e ambientalista: quella che riempie le piazze sotto le insegne delle Sardine in Emilia e del movimento dei Balconi in Calabria. Nel poco tempo che c’è, bisogna aprire le liste a quei mondi, tentando di aggregare attivisti senza bandiera, professionisti ed esponenti della società civile su pochi punti che stiano a cuore agli elettori di due regioni tanto diverse. E, su quel programma d’emergenza, proporre un patto al Pd, come quello sperimentato in Umbria, cioè nella regione meno indicata: in Emilia Romagna il M5S appoggia Bonaccini e in Calabria il Pd sostiene un candidato governatore “civico”indicato dai 5Stelle.

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