Opinioni
Marco Travaglio spiega che chi tifa contro Conte lo rimpiangerà (?)
di dipocheparole
Pubblicato il 2019-06-09
Nel suo editoriale sul Fatto di oggi Marco Travaglio sostiene che bisogna tifare Giuseppe Conte e Luigi Di Maio perché i due rappresentano l’unico argine al dominio di Matteo Salvini sull’Italia: E chi spensieratamente tifa contro Conte dovrà pentirsene e rimpiangerlo. Perché le follie che Salvini non è ancora riuscito a realizzare grazie al freno […]
Nel suo editoriale sul Fatto di oggi Marco Travaglio sostiene che bisogna tifare Giuseppe Conte e Luigi Di Maio perché i due rappresentano l’unico argine al dominio di Matteo Salvini sull’Italia:
E chi spensieratamente tifa contro Conte dovrà pentirsene e rimpiangerlo. Perché le follie che Salvini non è ancora riuscito a realizzare grazie al freno di M5S e Conte diventerebbero ipso facto legge: dl Sicurezza-bis, secessione del Nord, Tav, deregulation totale sugli appalti, sottomissione dei pm al governo, abolizione dell’abuso d’uffici o, ritorno della prescrizione, flat tax per ricchi, mano libera alle lobby del cemento e del petrolio contro l’ambiente e alle forze dell’ordine contro il dissenso. E sarebbero Salvini e vassalli a scegliere, nel 2022, il nuovo presidente della Repubblica.
È vero: dopo le Europee, il rischio è che alcuni di questi incubi si avverino anche con questo governo, se Conte e i 5Stelle non troveranno la forza di arginare la bulimia salviniana. Ma, per scongiurarlo, occorre spronare il premier e Di Maio a mangiare bistecche di tigre. E a tenere pronte le dimissioni per non rendersi mai complici. Ma che senso ha accelerare la caduta di una maggioranza formata per due terzi dal M5S e per un terzo dalla Lega per sostituirla con una tutta salviniana?
È il sogno di Salvini, che pagherebbe per veder cadere Conte per mano M5S e poi prendersi tutto senza pagare il prezzo dello spread e dell’impopolarità. Resta da capire cosa ci guadagnerebbe il Pd, che invoca scriteriatamente le elezioni e a prendersela con gli unici che ancora possono frenare il salvinismo arrembante. E soprattutto cosa ci guadagnerebbe l’Italia. Solo un pazzo può voler votare ora, nel momento più alto della parabola politica di Salvini, anziché lasciarlo logorare un altro po’ alla prova più temuta dai parolai e dai cazzari: quella dei fatti.
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