Chi farà parte del governo Meloni? Nel totoministri c’è già l’ostacolo Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-27

Circolano già diverse personalità da inserire ai vertici dei molti dicasteri. E il leader della Lega rischia di veder sfumato il suo sogno di tornare al Viminale

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All’indomani dell’ufficializzazione del risultato delle elezioni Politiche 2022, con la certificazione dell’ampia maggioranza parlamentare ottenuta dal centrodestra (trainato dall’exploit di Fratelli d’Italia), è iniziata la corsa al totoministri. Quali saranno i capi dei singoli dicasteri del prossimo governo Meloni? I nomi e le indicazioni trapelate nelle ultime ore sono molte, soprattutto perché si dovrà procedere – come da prassi non scritta – a una suddivisione basata sui partiti che compongono la coalizione. A rischiare di avere meno personalità del previsto nei ruoli apicali dell’esecutivo è la Lega, visto lo scarso risultato ottenuto alle urne.

Totoministri, chi comporrà la squadra di governo di Giorgia Meloni

Nella giornata di ieri, il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia – Francesco Lollobrigida – dopo aver parlato di una futura e futuribile modifica alla Costituzione, ha detto che la ripartizione dei Ministeri non seguirà le percentuali ottenute alle ultime elezioni. Ma ci sarà quasi un mese affinché la situazione si assesti, visto che le Camere riunite entreranno nelle loro piene funzioni solo il prossimo 13 ottobre. Poi ci sarà il tempo per proporre al Quirinale il nome del candidato Presidente del Consiglio (a meno di sorprese sarà Giorgia Meloni) e un’altra settimana per portare a Sergio Mattarella i nomi per la squadra di governo.

Ma i nomi del totoministri già circolano, soprattutto per quel che riguarda i dicasteri più delicati. Come spiega Il Messaggero, al Ministero degli Esteri potrebbe finire Elisabetta Belloni (a capo del Dis e già nome papabile, e bocciato, per la Presidenza della Repubblica). Ma il suo nome non è certo, perché Antonio Tajani potrebbe rappresentare la quota Forza Italia all’interno dell’esecutivo, proprio alla Farnesina, anche se in ballo c’è anche l’ambasciatore Stefano Pontecorvo. Altro dicastero delicato è quello della Difesa che dovrebbe finire nelle mani di Fratelli d’Italia: si fanno i nomi dell’attuale Presidente del Copasir Adolfo Urso o di Edmondo Cirielli ma si parla anche di Guido Crosetto.

Al Ministero dell’Economia potrebbe avvenire una scissione. In caso di permanenza di un dicastero unico, Giorgia Meloni potrebbe puntare su Fabio Panetta (già in odore di presidente di Bankitalia e attuale membro del board della BCE). Ma nel totoministri compare anche il nome del direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera. Ma qui potrebbe esserci una suddivisione: il nuovo esecutivo potrebbe proporre una soluzione a due punte: un Ministero del Tesoro e uno delle Finanze. In questo caso, il secondo ruolo apicale potrebbe andare all’economista di Fratelli d’Italia Maurizio Leo.

Il Viminale e gli altri

Delicata, per gli equilibri interni alla nuova maggioranza, la questione del Ministero dell’Interno. Matteo Salvini ha iniziato la campagna elettorale presentandosi come il nome da mettere nuovamente al Viminale. Ma la sua figura, visti i trascorsi, potrebbe essere ancor più divisiva e lo scarso risultato della Lega alle elezioni potrebbe chiudere il cerchio. E si fanno i nomi di Giuseppe Pecoraro (sempre FdI) o dell’attuale prefetto di Roma Matteo Piantedosi.

E se per quel che riguarda il Ministero di Grazia e Giustizia il nome forte di Giorgia Meloni dovrebbe essere quello di Carlo Nordio, il Messaggero prova a indicare tutti gli altri nomi per i dicasteri rimanenti:

L’ex presidente di Confindustria, Antonio D’Amato, per il ruolo di ministro dello Sviluppo economico: il dicastero assorbirebbe l’Innovazione tecnologica ora in mano a Vittorio Colao. Di Fabio Rampelli (FdI) ai Trasporti e infrastrutture. Di Anna Maria Bernini (FI) alla Scuola. Del medico di Berlusconi, Alberto Zangrillo, o di Licia Ronzulli (FI) alla Salute e di Vittorio Sgarbi alla Cultura. Altre caselle: il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dovrebbe andare all’Agricoltura. Giulia Bongiorno (Lega) alla Pa e Daniela Santanché (FdI) al Turismo. Carolina Varchi o Edmondo Cirielli (FdI) dovrebbero guidare il dicastero dedicato al Sud, mentre la leghista Erika Stefani sembra destinata a essere confermata alla Disabilità.

Camera, Senato e sottosegretari a Palazzo Chigi

Il totoministri, per il momento, è ancora un’ipotesi. Sembrano essere, invece, più delineati gli equilibri per i Presidente di Camera e Senato: a Montecitorio potrebbe finire Giancarlo Giorgetti (Lega), mentre a Palazzo Madama Ignazio La Russa (FdI), con Berlusconi che non sarebbe chiamato in causa (secondo accordi interni). Infine c’è una terna di candidati anche per il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Il nome forte è quello di Guido Crosetto (papabile anche per la Difesa), ma in lizza ci sono anche Francesco Lollobrigida, Giovanbattista Fazzolari. Due su tre avranno una poltrona in un ruolo apicale, perché in ballo c’è anche la figura di sottosegretario con delega ai servizi segreti.

(foto IPP/Mario Romano)

 

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